Massimo Finzi per Dagospia
No all’olio di palma, sì a quello di cocco?
Troppo spesso negli organi di informazione il gusto dello scoop prevale sul dovere della corretta informazione.
Recentemente abbiamo assistito alla demonizzazione dell’olio di palma, ma forse abbiamo sbagliato il bersaglio perché un vero killer si annida nelle merendine ed è rappresentato dall’olio di cocco.
Negli oli destinati all’alimentazione non riveste importanza solo la materia prima in sé, ma anche il modo in cui viene coltivata, trattata, raccolta e lavorata. Nel caso dell’olio di palma una nota industria alimentare-dolciaria italiana, famosa per la Nutella, in completa controtendenza, ha recentemente difeso l’utilizzo di questo ingrediente con argomenti assai convincenti. Infatti se la materia prima è selezionata e l’estrazione avviene a temperatura controllata l’uso dell’olio di palma è corretto e sano.
L’olio di oliva va sempre bene? Dipende da chi lo produce: in Europa abbiamo norme severe ma queste non valgono in alcuni paesi nord-africani dai quali importiamo olio di oliva. A quali trattamenti anticrittogamici sono stati sottoposti quegli ulivi? E’ stato rispettato l’intervallo di tempo tra ultimo trattamento e raccolta delle olive? Quali norme igieniche sono state rispettate nel frantoio? Difficile trovare risposte.
Da qualche tempo si assiste ad un rinnovato interesse verso l’olio di cocco ma il suo impiego soprattutto in alimenti destinati all’infanzia è giustificato?
Un interessante lavoro scientifico condotto dall’American Heart Association e pubblicato quest’anno sulla prestigiosa rivista Circulation lancia un allarme sull’uso di questo olio il cui contenuto in grassi saturi (più dell’80%) supera addirittura quello del burro (che si attesta intorno a poco più del 60%) contribuendo così ad innalzare la quota LDL del colesterolo particolarmente pericolosa per le arterie.
Allarme giustificato quindi quello dei cardiologi statunitensi che, nell’articolo citato, insistono sull’importanza di una corretta alimentazione capace da sola di ridurre di un terzo le malattie cardiovascolari. Per essere efficace una dieta siffatta deve prevedere una riduzione drastica di insaccati e carni rosse, di grassi animali o di dubbia origine, di formaggi grassi, di uova e derivati, di bevande contenti zucchero, di dolciumi soprattutto industriali, di cibi raffinati.
Tra le carni è da preferire il pollame, tra i formaggi scegliere i caprini o i formaggi “magri”, è consigliato un abbondante uso di pesce (non al forno o alla brace perché le alte temperature raggiunte con queste cotture distruggono i preziosi Omega3), di frutta rigorosamente di stagione e di verdure crude e cotte e condite con un ottimo olio extravergine di oliva prodotto da una delle nostre regioni: costerà un po' più caro ma almeno sapremo di aver messo a tavola qualcosa di prezioso per la nostra salute.
olio extravergine olio d oliva OLIO OLIVA TRUFFE