Paolo Colonnello per “la Stampa”
Lo scontro è stato latente per anni, perché tra Piercamillo Davigo e gli avvocati i rapporti sono sempre stati tesi. Il fuoco alle polveri però viene dato l' altra sera quando con un comunicato durissimo gli avvocati penalisti milanesi chiedono che il Csm non mandi in propria rappresentanza il consigliere togato Piercamillo Davigo all' inaugurazione dell' anno giudiziario nel capoluogo lombardo. Uno schiaffo senza precedenti, visto che Davigo è un magistrato simbolo di Milano, diventato famoso per le sue inchieste sulla corruzione nel mitico pool di Mani Pulite.
la solitudine di alfonso bonafede
A indispettire gli avvocati, l' ultima intervista di Davigo a Marco Travaglio dove in sostanza accusa i legali di avere interesse a tirare in lungo i processi e propone di farli pagare in solido con i loro clienti in caso di ricorsi respinti in Appello e Cassazione. Apriti cielo: il «dottor Sottile», così soprannominato per l' abilità nel maneggiare il codice penale, per l' intelligenza acuta e la lingua tagliente, viene apertamente ripudiato.
Il Csm prende prontamente le sue difese («la richiesta dei penalisti è irricevibile») e ricorda come quel comunicato sia «irrispettoso delle prerogative di un organo costituzionale».
Nessuno dei consiglieri però, vuole esporsi più di così. Giusto il consigliere in quota ai 5Stelle Gigliotti, firma una nota nella quale prende pubblicamente le distanze dalla posizione degli avvocati milanesi.
Davigo tace, ma fa sapere che sabato sarà comunque presente all' inaugurazione, così come il Guardasigilli Bonafede. Il che fa presagire, tra richieste di dimissioni e contestazioni varie, una mattinata pirotecnica. Certo Davigo questa volta deve inghiottire amaro. Mai, nemmeno ai tempi del governo Berlusconi, quando i rapporti tra avvocati e magistrati erano tesissimi, si era arrivati al punto di ripudiare un magistrato del Csm. Per giunta esponente di spicco dell' Anm, che infatti parla di «provocazione», in qualità di capo della corrente di Autonomia e Indipendenza.
«Conosco il disagio dell' avvocatura rispetto alle esternazioni di Davigo che criminalizzano gli avvocati approfittando del pulpito del Csm», spiega Vinicio Nardo, presidente dell' Ordine degli Avvocati di Milano. «Capisco il loro risentimento anche per il fatto che dalla magistratura non vi sia mai una presa di distanza per ciò che dice. Davigo ha sempre espresso posizioni dure, solo che criminalizzare gli avvocati e cercare di far passare l' idea che sia loro la colpa per i ritardi della giustizia, è la goccia che fa traboccare il vaso».
alfonso bonafede piercamillo davigo antonio di pietro
Il problema è che ci sia un rischio di personalizzazione.
«Stupisce - scrive infatti il Csm - che venga proprio da un' associazione di avvocati la richiesta di censurare la libera manifestazione del pensiero». Ma per gli avvocati «le esternazioni» del giudice Piercamillo Davigo «negano i fondamenti costituzionali del giusto processo, della presunzione di innocenza e del ruolo dell' avvocato nel processo penale». Sabato si prevedono faville.