Marco Gasperetti per “Il Corriere della Sera”
«Ha assassinato mia sorella, vi prego non dategli la sua pensione, sarebbe come ucciderla una seconda volta». È un grido di dolore quello di Lorenzo Ballerini, ingegnere, fratello di Beatrice, l’impiegata di banca di 41 anni massacrata a botte e strangolata un anno e mezzo fa dal marito Massimo Parlanti, imprenditore quarantenne dal quale si stava separando. I giudici di primo grado l’hanno ritenuto colpevole di omicidio volontario e condannato a 18 anni di carcere con rito abbreviato.
«I figli di Beatrice, che oggi hanno 11 e 9 anni — racconta lo zio Lorenzo —, hanno diritto alla pensione di reversibilità solo al 40% perché l’assassino di loro madre può ottenere il 60% e l’Inps sta accantonando questi soldi a suo favore. È un paradosso, un’ingiustizia».
Gli avvocati di Massimo Parlanti, Luca Bisori ed Enrico Zurli, precisano che il loro assistito non ha preteso un centesimo di quella pensione e non lo farà mai. «Non ha mai chiesto, né direttamente né per il tramite di suoi procuratori, di percepire quota parte della pensione della moglie — ribadiscono in una nota i due legali —, né è suo intendimento farlo, né per il passato né per il futuro e non è mai stato contattato dall’Inps».
Ma il problema, in questa vicenda grottesca e paradossale, va al di là del singolo. Si discute dell’eventuale diritto, di un condannato per omicidio volontario, a chiedere e ottenere la pensione della sua vittima e l’opportunità di procedere all’accantonamento dei fondi dell’Inps nei suoi confronti a discapito delle altre vittime (i due bambini).
«Anche se quell’uomo per ora ha deciso di non chiederla — spiega ancora Ballerini — lo può fare sino a quando la condanna non è definitiva.
Ed è questo il motivo, come mi hanno detto all’Inps, che i miei nipoti percepiscono solo il 40% della pensione perché sino allora il 60% è congelato». Ballerini ha lanciato una petizione su Internet (www.change.org ) che in poche ore ha superato 93 mila firme e ha scritto una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi. E la vicenda si è replicata sulla Rete facendo gridare allo scandalo mezza Italia ed è diventato anche un caso politico.
«Quanto avvenuto è frutto di una crudele distrazione, cui bisogna porre rimedio», ha detto ieri la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli promettendo di promuovere «le azioni necessarie a sanare questa ingiustizia, per i figli di Beatrice e per chiunque dovesse trovarsi in una condizione simile». Impegno ribadito anche dalla senatrice del Pd Rosa Maria Di Giorgi: «È un paradosso che fa venire i brividi, cambieremo in Parlamento la norma».
Il fratello della vittima, Lorenzo Ballerini, ringrazia e fa sapere d’essere commosso da tanta partecipazione e intanto si prepara alla lunga battaglia. Insieme con l’avvocato Beatrice Bonini. Che precisa: «La norma deve essere cambiata perché è inaccettabile togliere oltre metà pensione di irreversibilità ai figli della vittima per accantonare soldi nei confronti di una persona già condannata in primo grado per il delitto della moglie».