(ANSA) - Si moltiplicano i reati e le violazioni amministrative imputati nel Regno Unito a cittadini stranieri coperti dall'immunità diplomatica. Lo certificano i dati raccolti nel 2023 dal Foreign Office, il ministero degli Esteri britannico, e illustrati nell'ultimo aggiornamento annuale al Parlamento di Westminster dalla sottosegretaria Catherine West.
Fra i casi emersi dalle indagini di polizia e magistratura vi sono stati nell'ultimo anno almeno "nove crimini gravi" rinfacciati nel Regno a diplomatici o funzionari e dipendenti di ambasciate, sedi diplomatiche ed organismi internazionali: incluse accuse di aggressione sessuale a un cittadino libico, di possesso o distribuzione di materiale pornografico pedofilo a un iracheno, di atti osceni a un portoghese, di crudeltà sull'infanzia a una persona di Singapore.
West ha ricordato che la stragrande parte dei 26.500 stranieri provvisti d'immunità diplomatica sull'isola si comporta correttamente e fa il suo lavoro; mentre ha evocato l'impegno ad affrontare situazioni future d'illegalità grave accelerando i protocolli.
Protocolli che prevedono di contattare i governi dei Paesi d'origine affinché concedano eccezioni agli inquirenti britannici rispetto alle tutele previste dall'immunità, per poter indagare funzionari stranieri sospetti; o altrimenti ne impongono l'espulsione. Reati a parte, si accumulano anche le sanzioni amministrative e le multe automobilistiche non saldate da diplomatici e funzionari internazionali.
Con un debito inevaso salito a 152 milioni di sterline (quasi 200 milioni di euro) solo nei confronti del Comune di Londra per i passaggi non pagati attraverso gli ingressi della versione locale della Ztl da parte di diplomatici, funzionari o loro familiari: in uno scenario che vede il record di morosità degli Usa impennarsi a 15 milioni di sterline.