RAFFAELE GENAH per il Messaggero
VLADIMIR PUTIN NAFTALI BENNETT
Più aiuti, anche militari, all'Ucraina. È questa, secondo alcune indiscrezioni di stampa, la risposta di Israele all'escalation verbale russa contro Gerusalemme. Ieri il suono delle sirene ha fermato il Paese nel ricordo dei propri caduti. Solo qualche giorno fa lo stesso sibilo aveva attraversato le piazze e le strade per il giorno della Shoah.
E ora la difesa di quella memoria di fronte ad attacchi impensabili da parte di un governo, quello russo, verso il quale lo stato ebraico aveva cercato di mantenere una posizione di difficile equilibrio dopo l'invasione dell'Ucraina. Ma quella posizione ora è stata spazzata via dalle pesantissime offese del ministro Lavrov che a modo suo riscrive la storia della Shoah e dell'albero genealogico di Hitler.
Alla dura reazione del governo di Israele, che aveva convocato l'ambasciatore a Tel Aviv, ora arriva anche la controreplica del Cremlino che riesce perfino a rincarare la dose. Il nuovo documento partorito dagli strateghi di Mosca accusa lo Stato ebraico di sostenere i neonazisti di Kiev prestandosi a coprire il presidente ucraino Volodimir Zelensky che, a loro dire, si nasconde dietro le origini ebraiche per far fronte comune con i neonazisti «eredi spirituali e di sangue dei boia del suo popolo».
NAFTALI BENNETT VLADIMIR PUTIN
In mattinata il ministro degli Esteri Lapid era tornato sulle dichiarazioni in tv di Lavrov, e oltre a richiedere le scuse ufficiali,ha invitato Lavrov a studiare libri di storia piuttosto che diffondere false voci antisemite . Un errore «imperdonabile e oltraggioso» ha aggiunto Lapid: «È come sostenere che gli ebrei si siano ammazzati tra di loro».
LA ROTTURA Per tutta risposta, qualche ora più tardi è arrivata la nuova aberrante sortita di Mosca che butta altra benzina sul fuoco: «La storia conosce purtroppo altri tragici esempi di cooperazione tra ebrei e nazisti. In Polonia e in altri paesi dell'Europa orientale, i tedeschi nominarono industriali ebrei a capo di ghetti e consigli ebraici alcuni dei quali sono ricordati per atti mostruosi». Uno strappo dunque molto profondo che l'atteggiamento fin qui seguito dalla diplomazia israeliana cercava di evitare. Il premier Bennett era stato considerato anche uno degli attori più accreditati per una mediazione: aveva incontrato Putin e avuto ripetuti colloqui con Zelensky. Ma non aveva aderito alla sua richiesta di armi per mantenere una sorta di equilibrio, anche se il suo governo aveva votato all'Onu la mozione contro l'invasione russa.
Adesso il nuovo quadro spezza questa posizione dettata anche dalla necessità di salvaguardare i buoni rapporti che erano stati stabiliti con Mosca e di proteggere dagli attacchi degli hezbollah filoiraniani il confine con la Siria, presidiato dai militari russi. Ora Israele secondo quanto rivelato da fonti giornalistiche - si appresterebbe a fornire aiuti umanitari e militari all'Ucraina, anche se non invierà gli armamenti richiesti, tra cui il sistema antimissile Iron Dome le armi avanzate di attacco, quanto piuttosto attrezzature difensive a protezione delle truppe di terra, equipaggiamento da combattimento personale e sistemi di allarme.
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