Anna Campaniello e Andrea Galli per www.corriere.it
Lui, Vladimir Solovyov, 58enne amico intimo di Putin il quale in queste ore ha raccontato di un tentativo sventato di uccidere il presentatore televisivo, non s’è più visto: a Solovyov hanno ritirato il visto, non può entrare in Italia e a maggior ragione accedere alla zona del lago di Como dove ha (aveva) tre ville, sequestrate nell’ambito delle sanzioni economiche contro la Russia.
Ma non c’è al momento traccia nemmeno delle due persone che a inizio aprile hanno pianificato ed eseguito gli attacchi contro altrettante dimore dell’oligarca, a Menaggio e Pianello del Lario, dimore divenute peraltro mete, nell’ambito della degenerazione social che tutto tramuta in selfie, di visite appunto per scattarsi foto dinanzi agli immobili nei weekend. A quale pro, al solito, non si sa.
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Le indagini dei carabinieri
Ma proseguiamo sulle cose serie: le indagini dei carabinieri sono concentrate non tanto sui filmati delle telecamere pubbliche e private, che hanno fornito scarsi contributi, quanto sul traffico telefonico. Dunque le celle agganciate da eventuali apparecchi e le eventuali comunicazioni intercorse dagli aggressori, i quali a Menaggio cercarono di appiccare il fuoco al tetto e a Pianello del Lario imbrattarono i muri di scritte «No war» e «Killer» con vernice rossa, la stessa utilizzata per colorare la piscina di Solovyov (per acquistare le ville ha speso in tutto sei milioni e mezzo di euro). Come già raccontato dal Corriere, l’analisi grafologica di quelle scritte aveva spinto gli investigatori, coordinati dalla Procura di Como, a propendere per una mano abituata al cirillico.
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La pista italiana
Se pare esclusa un’azione di gente locale, venne comunque da subito non contemplata una pista italiana. Al contempo, gli accertamenti congiunti del Nucleo informativo dei carabinieri di Como e del Ros di Milano hanno prospettato una duplice offensiva sì, ma dimostrativa. Nel senso che, considerata l’ora (l’alba se non il cuore della notte) e considerata la geografia degli obiettivi (specie a Menaggio, la magione è in un’area appartata, priva di traffico, composta da proprietà private intervallate da boschi), abbondava un certo margine per qualsiasi gesto. Compreso un reale incendio del tetto e non un piccolo falò utilizzando dei copertoni e degli assi di legno.
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