Estratto dell’articolo di Luigi Ippolito per il “Corriere Della Sera”
Una strategia nazionale per combattere la «crisi della mascolinità»: è quanto ha intenzione di fare il partito laburista britannico una volta tornato al potere, cosa considerata più che probabile dopo le elezioni previste per quest’anno.
[…] il servizio sanitario nazionale offrirà agli uomini controlli sulla salute in «spazi maschili» come centri sportivi o pub, oltre che moltiplicare gli sforzi per incoraggiare i maschi a essere più aperti riguardo i problemi di salute mentale. Sì, perché se da noi ci si dibatte nelle spire del patriarcato, in Gran Bretagna il maschio è stato demolito: con risultati disastrosi, come ha ammesso Wes Streeting, il ministro-ombra laburista per la Sanità.
«L’aspettativa di vita sta calando a un ritmo più accelerato per gli uomini che non per le donne — ha detto Streeting —. Come Paese siamo stati lenti a renderci conto del fatto che è abbastanza difficile essere un giovane maschio nella società odierna. Tanti giovani, particolarmente ragazzi proletari, hanno difficoltà a scuola e sono preoccupati per il loro futuro. E penso che ciò stia contribuendo a una sorta di crisi della mascolinità, con le malattie mentali in crescita e col suicidio che è diventato la prima causa di morte per gli uomini sotto i 50 anni. Quando ho letto quelle statistiche, sono quasi caduto dalla sedia, è scioccante». In Gran Bretagna, tre suicidi su quattro sono commessi da uomini, soprattutto fra i 45 e i 64 anni.
[…] Nel mondo anglosassone la crisi del maschio è stata già messa a fuoco da saggi come Of boys and men (Di ragazzi e uomini) di Richard Reeves, uscito un anno e mezzo fa: nel libro si fa notare come i maschi siano ormai surclassati dalle femmine in termini educativi (negli Usa il 57% dei neolaureati sono donne) e cominciano a trovare difficoltà sul mercato del lavoro.
Particolarmente difficile è la situazione dei maschi bianchi di estrazione proletaria, superati a tutti i livelli da donne e minoranze etniche: un disagio che trova poi il suo sfogo anche nel sostegno ai leader populisti, da Trump in giù. […]
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