Estratto dell’articolo di Nicola Pinna per “la Stampa”
Era un metodo insospettabile, perché nessuno poteva immaginare che i jet degli uomini più ricchi del mondo avessero trovato la strategia per evadere il fisco italiano. Una tassa non particolarmente onerosa, men che meno per chi si sposta a bordo di un aereo privato e che in una sola giornata si ritrova spesso a fare avanti e indietro tra diverse parti del mondo. Eppure, in Costa Smeralda l' abitudine era quella di non pagare l' imposta sul numero di passeggeri a bordo.
Nel caos delle vacanze estive, tra gite al largo, tintarella, feste e partenze anticipate, il raggiro degli aero-taxi passava inosservato da anni. Fino a quando gli uomini della Guardia di finanza non hanno iniziato a verificare tutto quello che avveniva all' aviazione generale dell' aeroporto Costa Smeralda di Olbia. Le irregolarità venute a galla riguardano più di 8 mila voli, per un totale di circa 15 mila passeggeri.
Coinvolte 54 compagnie
Nell' hub privato che ogni anno accoglie i vacanzieri che affollano Porto Cervo e dintorni, i numeri di decolli e atterraggi supera quello di qualunque scalo europeo. (…) «L' evasione che abbiamo accertato per il momento supera i 2 milioni di euro e riguarda la tassa sui passeggeri trasportati - spiega il comandante del Gruppo di Olbia delle Fiamme gialle, Marco Salvagno - Da qualche anno, infatti, ogni aero-taxi è tenuto a versare una determinata cifra per ciascuno dei viaggiatori che ha a bordo. Esistono due soglie: 100 euro per i viaggi che non superano i 1500 chilometri, 200 euro per voli di raggio maggiore». (…)