"Non ce la faccio più a stare in carcere, ho subito un'ingiustizia, stavo facendo il mio affidamento, non è giusto". Sono le parole che Fabrizio Corona - ancora in tribunale a Milano per un'udienza alla Sezione misure di prevenzione - va ripetendo in questi giorni, come ha spiegato il suo legale Ivano Chiesa, che lo assiste assieme al collega Luca Sirotti.
L'ex manager dei paparazzi, tornato in carcere a ottobre per il caso dei 2,6 milioni di euro in contanti trovati in un controsoffitto e in Austria, è stato condannato lo scorso 12 giugno a un anno ma con una sentenza che ha fatto cadere le accuse principali, tra cui l'intestazione fittizia di beni, e la misura cautelare.
I SOLDI NASCOSTI DI FABRIZIO CORONA
Corona, però, è ancora in carcere perché, dopo l'arresto, la Sorveglianza ha revocato l'affidamento. Ma la difesa ha già fatto una nuova istanza. "Spero decidano prima dell'estate", ha detto Chiesa. I legali hanno chiesto intanto ai giudici di prevenzione di sbloccare parte dei soldi sequestrati (cioè i 2,6 milioni trovati tra controsoffitto e cassette di sicurezza in Austria) e la casa di Corona di via De Cristoforis, a Milano, perché una delle società deve pagare le tasse.
fabrizio corona silvia provvedi
L'udienza è stata aggiornata al 3 ottobre, quando partirà l'istruttoria del procedimento, con l'ascolto anche di testimoni chiamati dalla difesa, che si concluderà con la decisione sulla confisca o meno di quei beni. "Il Tribunale sta valutando", si è limitato a dire l'avvocato Sirotti.
Il collega Chiesa, sull'altro fronte del Tribunale di Sorveglianza, ha fatto notare che Corona "non ha più tanta pazienza, è innervosito perché non ce la fa più a stare in carcere e lo vive come un'ingiustizia perché anche il processo ha dimostrato che non doveva tornare dentro. E' stato revocato l'affidamento - ha aggiunto il legale - su un presupposto che non c'era e ora bisogna porre rimedio a questa ingiustizia".