Francesco De Remigis per “il Giornale”
«Allah mi ha fatto sognare te». Il passaggio da jihadista recluso a playboy da corrispondenza è rapido e per nulla indolore agli occhi dell' intelligence transalpina. Nella Francia colpita dagli attentati del 13 novembre 2015, Salah Abdeslam è l' unico rimasto in vita nel commando che fece 131 morti tra Parigi e Saint-Denis.
È in carcere da tre anni e mezzo; ed oltre ad abbandonarsi a insulti razzisti con una guardia di colore («non parlo con le scimmie»), seduce ragazze che lo venerano al di fuori della prigione di Fleury-Mérogis.
Assorbite dal fascino del male, sono almeno in quattro a scrivergli. «Le lettere testimoniano il carisma acquisito da Abdeslam presso una comunità islamista radicale femminile», osserva un rapporto dei Servizi interni, la Dgsi. Queste donne lo considerano vittima del sistema giudiziario o un uomo pio sopraffatto dagli eventi. Ossessionato dalla preghiera, è quasi venerato da schiere di musulmane che sognano di lui.
La più assidua amica di penna del «presunto terrorista» ha perfino fatto richiesta per incontrarlo, negata dal giudice e sostenuta dai genitori di Abdeslam. È la 20enne Maëva, una francese convertita che da mesi rappresenta l' eroina di donne che orbitano nella galassia dell' estremismo islamico d' Oltralpe. È lei ad avere il favore epistolare di Salah. Lei a svelarsi, lui a stare al gioco.
Nelle missive della 20enne, mai un riferimento alle uccisioni, né un pensiero per le vittime o le loro famiglie. Solo auspici di resistenza alla prigionia: «Resta forte di fronte alle difficoltà». «Non smettere mai di pregare, in tutta la mia vita non ho mai trovato niente di più soddisfacente della preghiera, immagino che tu conosca bene questa sensazione...», scrive per tenerlo su. Vari i riferimenti all' islam, usato come grimaldello per accedere alle ragioni del cuore del jihadista per nulla pentito.
Intanto, in attesa del processo, 23 parti civili chiedono alla procura che Salah venga giudicato per «crimini contro l' umanità». Perché «la sua è stata la strage più drammatica in Francia dalla Seconda guerra mondiale».
L' attrazione per un assassino animato tuttora da pulsioni jihadiste (ha più volte augurato la morte alle guardie «infedeli, cani») si alimenta ad ogni riga. Squadernata con costanza, arriva perfino a turbare l' inconscio, rivela La Dépeche du Midi, che ha avuto accesso ad alcune corrispondenze. Lettere manoscritte in cui la giovane francese convertita all' islam racconta la sua quotidianità, fatta di lavoro ma soprattutto di angosce e appassionate preghiere ad Allah. Abdeslam è ovunque. «Non so perché nostro signore mi ha mostrato la tua immagine nel sonno, mi ha messo addosso la voglia di scriverti ancora una volta...». Un' adorazione minuziosa, costante, per uno degli uomini che ha insanguinato Parigi 4 anni orsono.
Maëva ha cominciato a scrivergli il 15 settembre 2017, ricordandogli che l' essere recluso non è che una tappa dell' esistenza: «La pazienza conduce sempre alla vittoria...». «Fino a quando non mi sono prostrata ad Allah ero anch' io in una prigione». Frasi criptiche, quando non infantili, su cui le autorità cercano di andare a fondo. Esiste una rete di donne rapite dal fascino del suo terrore? Per l' intelligence, è più che plausibile. La 20enne non è infatti la sola a vantare una relazione intima, seppur epistolare, con Salah. Il detenuto 444806 ha compiuto 30anni domenica e gli auguri sono arrivati anche da un' altra spasimante-sostenitrice. Da Düsseldorf, Germania.
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