FIALETTE IN-CLEMENTI? – A VENEZIA MUORE IL BODY BUILDER ALBERTO CLEMENTI: ERA CHIUSO NEL BAGNO. IL CULTURISTA DI 49 ANNI AVREBBE ACCUSATO UN MALORE VENERDÌ NOTTE. L’ALLARME DATO DALLA COMPAGNA, I VIGILI DEL FUOCO HANNO ABBATTUTO LA PORTA. SEQUESTRATE ALCUNE FIALETTE – L’ELENCO DI ALTRI DECESSI LEGATO AL SOSPETTO DELL’USO DI SOSTANZE DOPANTI, UNA DONNA FINITA IN COMA: ERA PIENA DI STEROIDI

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Alessandro Fulloni e Andrea Rossi Tonon per corriere.it

 

ALBERTO CLEMENTI ALBERTO CLEMENTI

Trovato morto nell’abitazione della fidanzata a Caorle, venerdì notte. Si tratta di un body builder assai noto, Alberto Clementi, 49 anni, che avrebbe accusato un malore nel cuore della notte e si sarebbe recato in bagno. Trascorsi alcuni minuti, non vedendolo tornare nella stanza da letto, la compagna sarebbe andata a sincerarsi delle sue condizioni ma il culturista sarebbe stato chiuso a chiave all’interno del locale. Da qui l’allarme. Sul posto sono giunti in pochi minuti i vigili del fuoco di San Donà di Piave e il 118. I pompieri hanno dovuto abbattere la porta, dietro la quale avrebbero trovato Clementi steso a terra.

 

Sequestrate alcune boccette

Anche i carabinieri di Portogruaro hanno raggiunto l’abitazione, dove hanno sequestrato alcune boccette contenenti sostanze poi inviate al laboratorio per l’analisi. Al momento, però, non vi è alcuna correlazione tra il materiale sequestrato e la morte di Clementi, sul corpo del quale non sarebbero nemmeno presenti segni di violenza. L’ipotesi più accreditata pare dunque quella del malore improvviso. La salma dell’uomo è stata trasferita all’obitorio di Caorle come disposto dal pm di Pordenone Marco Faion, il quale ha già incaricato il medico legale Antonello Cirnelli di effettuare l’autopsia per chiarire le cause del decesso.

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La lunga serie di morti

La notizia della morte di Clementi si è sparsa in tutta Caorle, dove gestiva la palestra Valchiria Gym e dove viveva accanto alla madre. Resta che la morte di Clementi va ad aggiungersi a un elenco piuttosto lungo di bodybuilder morti forse per via dell’uso di medicinali proibiti. È il caso, lo scorso anno, di Daniele Pozzi, 23 anni, culturista di Varese trovato senza vita in una stanza d’albergo a Padova, Aveva vinto quattro medaglie in una gara nazionale di body-building ed era addetto alla sicurezza nei locali tra Lombardia e Svizzera.

 

Corpo imbottito di steroidi

L’ombra del doping grava anche sul decesso del livornese Giancarlo Pesci — elettricista e deejay, 44 anni —, anche lui appassionato body-builder: il 21 agosto 2019 — dopo che la compagna aveva dato l’allarme al 112 perché lui non rispondeva al telefono — i carabinieri lo trovarono privo di vita nella sua stanza da letto. In casa siringhe, fialette e medicinal. Poi la salernitana Anna Milite, 46 anni, barista a Nocera Inferiore. A marzo 2019 ricoverata per un tumore. Ma i medici si accorsero subito che la donna, il cui corpo era stravolto dagli esercizi in palestra, era imbottito di steroidi. Andò in coma, si spense il 28 luglio.

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