Estratto dell’articolo di Stefano Dascoli Alfredo D'Alessandro per “il Messaggero”
Ci vuole coraggio perché un padre porti il figlio adolescente in caserma e lo denunci. E forse è un unicum che in caserma ci vadano madre e padre, dopo aver scoperto, che a poco più di 14 anni, il figlio fa uso di droga e probabilmente la spaccia pure. È successo a Villamagna, piccolo centro alle porte di Chieti, poco più di duemila abitanti, un Comune della Val di Foro che di rado sale alla ribalta della cronaca.
«Ho fatto questo per salvare mio figlio - dice il padre, 47 anni - So che in questo modo avrà dei problemi, ma è l'unico modo per poter mettere fine a questa situazione».
Lo strappo definitivo in famiglia si consuma nel pomeriggio del 31 ottobre, a casa, quando i genitori si rendono conto che la situazione può diventare incontrollabile. Quel ragazzo, che frequenta il primo anno delle scuole superiori, da alcune settimane non è più lo stesso, sta cambiando in peggio. […]
«A quel punto io e la madre abbiamo capito che c'era qualcosa che non andava e il pensiero è corso quasi subito al mondo degli stupefacenti. Ma non era facile andare a fondo, il dialogo in casa era diventato sempre più difficile».
Così nei genitori montano un po' alla volta preoccupazione e disperazione. Poi, nel giorno di Halloween, qualcosa si rompe definitivamente: la famiglia vuole sapere cosa sta succedendo, il padre affronta il figlio prima che questi possa uscire di casa invitandolo a tirare fuori dalle tasche tutto ciò che ha.
Il ragazzo allora, mentre il padre è sul punto di perquisirlo, si abbassa i pantaloni tira fuori lo stupefacente. Sono otto dosi di marijuana, peso complessivo, si accerterà in seguito, una ventina di grammi. Poca roba, ma non è tutto: probabilmente quella droga deve essere ancora pagata ad un coetaneo che potrebbe avergliela fornita.
Certo è che padre e madre hanno deciso che l'unico modo per uscire da quel tunnel è raccontare tutto alle forze dell'ordine, a costo di dover denunciare il figlio. «Così in auto abbiamo raggiunto Chieti con mio figlio - ha detto il genitore - e abbiamo bussato alla porta della stazione dell'Arma». Il padre racconta tutto, consegna lo stupefacente che lui stesso ha trovato e che viene subito sequestrato, e denuncia il figlio. […]