Giancarlo Perna per “la Verità”
Lerner, cognome del giornalista Gad, significa in tedesco «discente». Colui che impara. Gad ha invece sempre e soltanto pontificato. In lungo, da almeno 40 anni, e in largo da ogni pulpito: giornali, tv, convegni. Un' antinomia, tra nome e pratica di vita, che ci presenta su un piatto d' argento l' essenza dell' illustre collega: lo spirito di contraddizione.
Già a 19 anni, terminati gli studi secondari, Gad ha subito diffuso le proprie idee - che considerava inutile perfezionare con la laurea - su Lotta continua, foglio della sinistra extraparlamentare nella quale militava. Da allora, non ci lascia un giorno senza annuncio.
Il più recente di rilievo è l'uscita dal Pd, partito al quale pagava la quota dal 2007, anno della fondazione.
La decisione è seguita alla polemica sull'alleanza tra Ong e scafisti nel traghettamento dei profughi. Lerner trovava intollerabile che le accuse ai volontari fossero alimentate da uomini del Pd. Su tutti, Marco Minniti, ministro dell' Interno. Quando poi anche il premier bergogliano, Paolo Gentiloni, ha avallato il rinvio dello ius soli, Gad ha impugnato la penna.
Collaboratore di Nigrizia, rivista dei missionari comboniani, Lerner si è sfogato con le sue platee di cattolici che alterna a quelle di sinistra (Rai 3, Espresso, Repubblica, altri): «Mi vedo costretto a malincuore a separarmi dal partito, ecc.». Spiega che troppi rospi aveva già inghiottito. Matteo Renzi, confida ai lettori, è da prima del referendum del 4 dicembre 2016 che ce la stava «mettendo tutta per fargli cambiare l' idea di restare» e allontanarlo dal Pd. Notate la curiosa convinzione che Renzi agisse pensando a lui. Tasselli megalomaniaci che ci aiutano a capire. Non è bastato - prosegue - lo sciagurato referendum costituzionale al quale però, obtorto collo, aveva votato sì. Non il jobs act, nonostante la sottrazione di garanzie per i lavoratori.
il fotomontaggio del sito di beppe grillo con lerner e le donne del pdl
Neppure la scissione di Pierluigi Bersani, lo avevano convinto a lasciare. Ma ora, di fronte alla violazione dei sacri principi dell'accoglienza, s'interrompeva il cammino comune. Un addio, dunque, consegnato alla Storia, addì 23 agosto 2017. Mettere pietre sopra, è una delle attività preferite di Lerner. Prima spiego perché e poi le elenco.
Pur non errando affatto - è stanziale in Italia dall'età di 3 anni-, Gad incarna l'ebreo errante. Con ceppi tedeschi, stando al cognome, ma anche ucraini, lituani, turchi e siriani, il Nostro è venuto al mondo 62 anni fa a Beirut da genitori sabra, Moshe e Revital, nati in Palestina prima che sorgesse lo stato ebraico. Giunto bimbetto a Milano non se n' è più allontanato, frequentando il ginnasio al Parini e il liceo al Berchet.
Intanto però tutte quelle anime etniche, che sono altrettanti distacchi, i parenti in Terrasanta, Israele seconda patria, lo hanno un po' sballottato.
Non ebbe, per così dire, un dove. Più che altro fu un atteggiamento mentale, perché i piedi sono ben piantati a terra. Faccio un esempio. Fino a 30 anni, Gad è rimasto apolide. Una stranezza: era radicato, di famiglia abbiente e già noto come giornalista dell' Espresso. È lecita l' ipotesi che abbia ritardato apposta la cittadinanza italiana.
VOLTI DE LA7 BIGNARDI LERNER TELESE COSTAMAGNA
Ha così potuto crogiolarsi nella terra di nessuno e assaporarne i veleni in tutta sicurezza, tra gli agi meneghini. Ghiribizzo che ora gli dà la piacevole sensazione progressista di capire a fondo il dramma degli immigrati e fare l' equazione: se c'è stato posto per me, c'è anche per loro. Sul dettaglio, che lui era uno e loro sono milioni, però sorvola.
Divenuto italiano, scelse a quale tribù appartenere. Optò per l' azionista torinese. Ossia, benpensante di sinistra, di forte tempra morale, vestito di tweed. Riuscì a diventare vicedirettore della Stampa, diretta da un uomo del suo stampo, Ezio Mauro, e a vivere a Torino. Frequentò i sopravvissuti del Partito d' Azione, Norberto Bobbio e Alessandro Galante Garrone, l'avvocato Agnelli nei suoi ultimi anni, andando ai monti con l'Ing. De Benedetti.
il post di gad lerner su trump e hillary
Di Romano Prodi è stato per 3 lustri portavoce e consigliore. Fu con lui tra i fondatori della Margherita e amico dei suoi amici, da Rosy Bindi e Dario Franceschini. Agganci che gli hanno permesso di arrivare fino alla vetta del Tg1, tempio assoluto dei beniamini del potere, di cui è stato direttore nel 2000.
Durò a Saxa Rubra, e va a suo onore, solo tre mesi. Con una scusa idiota - avere mostrato in tv delle foto di bimbi insidiati da pedofili - fu costretto alle dimissioni. Si vendicò in prima serata nel pistolotto di commiato. Raccontò che il presidente della Commissione di vigilanza, Mario Landolfi di An - che ora voleva la sua testa - gli aveva raccomandato di sistemare al Tg1 una persona che gli stava a cuore.
Lerner è un vendicativo. S' impanca, stizzisce e, se non fosse parola grossa, direi che odia. È celebre per il ghigno, oggi ombrato da una barba ottomana. Per queste caratteristiche bisbetiche, è stato soprannominato Pinocchio (titolo di una sua rubrica tv degli anni Novanta) e si è, spiritosamente, definito Bastardo nel suo blog.
Dà invece il meglio di sé nella complessa vita familiare. Da anni, vive patriarcalmente in una cascina nei pressi di Casale Monferrato. Con lui, la seconda moglie Umberta, di ottima famiglia genovese e forte tempra cattolica, collaboratrice di don Virginio Colmegna, il don Ciotti di Milano.
Con loro, 5 figli variamente foggiati: uno fatto insieme, due di primo letto di Gad, due del primo matrimonio di lei. Tutt'intorno animali domestici di cortile, belati, nitriti, mugli. Fino a qualche tempo fa, Lerner era segretario della locale sezione Pd. Anche su questo, com'è intuibile, ha messo una pietra sopra.
È giunto allora il momento di passare in rassegna le principali rotture lerneriane. Più che di intransigenza, che non manca, si tratta per lui di sentirsi ogni tanto profugo. Vuole un brivido, certo di cascare in piedi. Dopo la vicenda del Tg1, tanto per dire, voltò le spalle alla Rai. Per lustri, vagò altrove, specie a La7, ma oggi è di nuovo in Rai, rete 3, con un programma minore, Ricchi e poveri. Una prima rottura di qualche clamore fu con Walter Veltroni, con cui aveva cofondato il Pd.
Ignoro le ragioni ma Walter ha detto di lui: «Che sia cattivo non è una novità, credo sia la sua prevalente natura». Amen. Anche con Giuliano Ferrara è finita male dopo anni di coppia fissa su La7. Memorabili i duetti a Otto e mezzo: Giuliano bonario, Gad bilioso, perfidi entrambi. Lerner non ha retto e se n' è andato. Commento di Ferrara: «Opportunista, vile, corrivo, obliquo, venato di una certa infamia da primo della classe e delatore del vicino di banco, ma anche intelligente, colto, curioso, vitale».
Pure con Prodi sembra non ci sia più filo. Senza litigarci, Gad si è gettato su altri due: Giuliano Pisapia e Laura Boldrini. Ha proclamato il primo, «nuovo Prodi», e conta di fargli la ruota per i prossimi anni. Con l' altra, sogna di incrementare l' immigrazione in Italia. Grata per la scelta, Laura ha dato l' incarico professionale a Gad, affermato anchor man, di insegnarle a rendersi simpatica agli italiani. Come se Paolo Gentiloni chiedesse a Sergio Mattarella di addestrarlo ad avere più verve. Se la suonano e se la cantano.
Lasciamoli fare.