Giuseppe Legato per "La Stampa"
La sua ultima foto pubblica è dell'ottobre 2017. Lo ritrae abbracciato insieme a un giovane boss delle 'ndrine torinesi. Sciarpetta Louis Vuitton grigia al collo, giaccone bianco North Sails e una frase che racchiude la sua ascesa criminale nella composita galassia dalla 'ndrangheta calabrese: «Caro fratello ti voglio bene anche se tutti ci odiano. Ma solo perché vorrebbero essere come noi».
Pochi giorni dopo quello scatto Vincenzo Pasquino, 34 anni, da Volpiano, professione venditore all'ingrosso di automobili importate dalla Germania, si è imbarcato su un volo per il Brasile - via Francoforte - e non è più tornato.
ROCCO MORABITO E VINCENZO PASQUINO
Si è fatto vento, è scomparso come i latitanti più imprendibili inseguito da un mandato di cattura emesso dalla procura di Torino per mafia e narcotraffico internazionale. La polizia brasiliana, i carabinieri di via Valfrè e il Ros lo hanno arrestato l'altro ieri sera, alle 22 in un alloggio di Joao Pessoa, capitale costiera dello stato del Paraiba.
Gestiva la latitanza di Rocco Morabito, uno dei più importanti broker di cocaina del mondo, ma sarebbe riduttivo rubricare questo giovane a custode di una primula rossa in terra straniera. E sarebbe sbagliato.
Perché Pasquino era diventato da tempo ormai il colonnello delle famiglie di 'ndrangheta di Platì nel vorticoso mondo della droga. Che a tonnellate ogni anno arrivava dal porto di Santos a Vado Lugure e - di lì - in tutta Italia ed Europa.
Talmente considerato nell'ambiente delle 'ndrine di élite da essere stato per lungo tempo l'anello di collegamento con i broker Nicola e Patrick Assisi arrestati a San Paolo a luglio 2019 dai carabinieri di Torino.
rocco morabito era evaso di galera in uruguay
Il giorno dell'irruzione in quell'attico, schiacciata tra lo schienale e la seduta del divano, c'era la fotocopia del passaporto di Pasquino. Che forse aveva fatto in tempo a fuggire pochi minuti prima del blitz.
Lo hanno ritrovato con un passaporto paraguaiano in tasca, insieme all'altro grande narcos, Morabito, l'unico in grado di contrattare coi cartelli sudamericani a livello degli Assisi. «E questo - hanno spiegato il procuratore di Torino Anna Maria Loreto e il comandante provinciale dei carabinieri Francesco Rizzo - è il segno della sua ascesa inarrestabile».
il primo arresto di rocco morabito in hotel
Che prima ancora che nei flash di agenzia delle ultime 36 ore era già chiara nelle carte dell'operazione Cerbero, babele di accuse contro le famiglie di Platì conclusa dalla prima sezione del nucleo investigativo con 82 arresti di cui ottantuno eseguiti.
Mancava Pasquino che era scappato in Brasile dopo un viaggio lampo a Platì: «Qui in Calabria tutti chiedono di te» gli diceva un boss al telefono. «Devi scendere».
La moglie, infuriata dei suoi continui - e improvvisi viaggi - lo aveva redarguito: «Ti usano come un galoppino, renditene conto». Ma Vincenzo, orfano di padre e madre, cresciuto sotto il grembiule della potente famiglia Agresta, lo aveva messo in chiaro subito: «Non mi piace fare questi discorsi ma sappi che se mi chiedono di scegliere tra loro e te io caccio te. Queste - le dice - sono persone che mi hanno cresciuto, io un padre non l'ho mai avuto. Ero un capraro e mi hanno insegnato a leggere e scrivere. Quando puzzavo di fame non c'eri tu a portarmi 5 euro per campare e comprarmi le sigarette».
Nella lite coniugale che diventa romanzo criminale attraverso le intercettazioni dei carabinieri c'è il suo amico a spalleggiarlo: «Morena devi fartene una ragione! Hai sposato un delinquente. Se vuoi puoi seguirlo in Brasile e avrai una villa con piscina, ma devi accettarlo. Non hai sposato un rappresentante di gioielli». Da ieri, Pasquino è in carcere a Brasilia. Atterrato su un volo militare, è in attesa di estradizione.
arrestato in brasile il boss rocco morabito foto segnaletiche del boss morabito