Silvia Cutuli per “Il Messaggero”
Eternamente giovane, l'ex enfant terrible della moda, in maglia mariniére e capelli biondo platino brizzolati di bianco, ha festeggiato ieri i suoi primi 70 anni. Cinquant'anni da stilista controcorrente, il maestro del defilé-show, che nel 2020 ha messo in scena il suo addio alle passerelle, si è per così dire regalato per il suo compleanno il nuovo progetto della capsule collection Le Musée celebrando i capolavori di Michelangelo e Botticelli.
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Ha pescato dalla storia dell'arte tra Rinascimento e Barocco, esibendo su pantaloni, top e gonne in tulle i nudi di alcuni celebri dipinti ad olio, dalla Creazione di Adamo di Michelangelo (1512) alle Tre Grazie di Rubens (1639), fino all'iconica Nascita di Venere di Botticelli (1485).
L'infanzia ad Arcueil, appena due chilometri a sud da Parigi, l'eccentrica nonna con la passione per la moda, Gaultier bambino che con gli avanzi di stoffa veste i suoi peluche: «Ho fatto moda perché c'era una scintilla di spettacolo in tutto questo».
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Perché come ama ricordare c'è qualcosa di magico nella moda, qualcosa di magico che scatena passione, sentimento e creatività grazie al potere di seduzione che ha un abito.
Un potere che Gaultier conosce bene sin da quando aveva 8 anni e si accorse che il feeling che non aveva per lo sport era invece scattato per il disegno, una passione che lo avrebbe poi sospinto nel più glamour e internazionale fashion system.
Prima da Pierre Cardin, poi da Estreles e da Maison Patou, nel 1976 lancia la propria griffe riscrivendo con libertà e irriverenza le regole del gioco della moda. «Gli auguro di vivere la vita in ogni aspetto ed entusiasmarsi nel raccontarla come mi ha sempre trasmesso» dichiara la stilista Francesca Liberatore che nel 2006 fu nel team di creativi della maison Gaultier a Parigi.
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In anticipo sui tempi lo è sempre stato Gaultier, scombinando i confini di genere ben prima del gender fluid: «Amo e ammiro tutti coloro che sono diversi. Il buon gusto è banale. Paralizza» ha dichiarato.
CAPI ICONICI
E ancora capi iconici entrati nell'immaginario collettivo: dal kilt per lui, alla maglia a righe bretoni, al corsetto con le coppe a cono disegnato per Madonna. Correva il 1990 quando la pop-star lo rese celebre nel suo Blond Ambition World Tour.
Dalla musica al cinema, l'altra faccia dell'universo di Jean Paul Gaultier come racconta bene Cinémode, la mostra da lui curata ora in tour per la Spagna: resterà al CaixaForum di Madrid fino al prossimo 5 giugno. «Sono sempre stato ispirato dal cinema. Galeotto fu un film della metà degli anni 40, Falbalas, di Jacques Becker» ha raccontato. In mostra i suoi abiti concepiti al fianco di registi come Peter Greenaway e Pedro Almodóvar, pellicole come Il quinto elemento di Luc Besson.
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