UN GIORNO DI ORDINARIA FOLLIA - A VENARIA, IN PROVINCIA DI TORINO, UN 73ENNE UCCIDE LA MOGLIE A BASTONATE DOPO UN LITIGIO - SEMBRA CHE L’UOMO FOSSE STUFO DI DOVER CORRISPONDERE SOMME DI DENARO PER IL MANTENIMENTO DELLA FIGLIA 46ENNE CHE LA MOGLIE AVREBBE VOLUTO ANDARE A TROVARE PIÙ SPESSO: ALL’ENNESIMO RIMPROVERO DELLA DONNA, LUI HA PERSO LA TESTA - TRA I DUE NON C’ERANO STATI NÉ EPISODI DI VIOLENZA NÉ DENUNCE PER AGGRESSIONE…

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Gianni Giacomino per “la Stampa”

 

Ieri mattina Silvana Arena, una pensionata di 73 anni, quando ha capito che il marito l'avrebbe ammazzata a bastonate, ha tentato disperatamente di raggiungere il balcone per chiedere aiuto. Non ce l'ha fatta. Giovanni Aragno, suo coetaneo e compagno di una vita, l'ha colpita diverse volte alla testa con un bastone di legno che custodiva in casa. Quando i carabinieri e gli infermieri del 118 sono riusciti ad entrare nell'appartamento, l'uomo stava cercando di ripulire il sangue schizzato dappertutto nella piccola stanza vicino alla sala da pranzo. «Sono stato io» - avrebbe ammesso. È stato arrestato.

Giovanni Aragno Giovanni Aragno

 

Ora è rinchiuso nel carcere di Ivrea con l'accusa di omicidio e oggi sarà interrogato dal gip per l'udienza di convalida. Si è consumato a Venaria Reale, alle porte di Torino, l'ennesimo femminicidio. Un dramma che nessuno avrebbe mai potuto lontanamente immaginare che sarebbe stato innescato dall'ennesima lite tra marito e moglie in merito alla gestione della loro figlia 46enne, ospite di una comunità in Umbria.

 

Da una prima ricostruzione effettuata dagli inquirenti, sembra che Aragno fosse stufo di dover corrispondere somme di denaro proprio per il mantenimento della figlia 46enne che la moglie avrebbe voluto andare a trovare più spesso. Ieri, intorno alle 10,30, dopo l'ennesimo rimprovero della moglie, avrebbe perso la testa.

 

Dopo aver afferrato un bastone in legno lungo quasi una settantina di centimetri, l'avrebbe colpita «diverse volte», soprattutto alla testa. «Ma - come puntualizza la dottoressa Gabriella Viglione, a capo della Procura di Ivrea - è una storia che deve ancora essere chiarita in molti suoi aspetti». È stato proprio Aragno, dopo aver scaricato la sua furia omicida sulla donna, a chiamare il 112: «Venite ho aggredito mia moglie».

Silvana Arena Silvana Arena

 

Ma senza dire di averla massacrata. Quando i carabinieri della Compagnia di Venaria sono entrati nell'appartamento al primo piano della palazzina, si sono trovati davanti ad una scena spaventosa con la pensionata stesa sul pavimento in un lago di sangue. Gli investigatori hanno immediatamente controllato se, in passato, ci fossero state altre chiamate al 112 per dei litigi tra la coppia. Peggio, se ci fossero state delle denunce. Niente.

 

Giovanni Aragno e Silvana Arena, compagni per una vita, erano le classiche «persone per bene». Lui, ex agente di commercio di utensili da lavoro con la passione per la bicicletta, lei casalinga «molto garbata e gentile», che frequentava poche amiche e affidava le sue perplessità scrivendo qualche pensiero sul social Facebook: «Una persona non sceglie se essere buona o cattiva, si adegua a come viene trattata» è una delle sue ultime riflessioni. Perché, alla fine, sembra che tra i due, lui originario di Fossano e lei di Cuneo, i rapporti si fossero logorati da tempo, proprio per i problemi della figlia maggiore. Insomma ognuno faceva la sua vita.

 

«E il signor Giovenale era educato certo, ma anche un tipo abbastanza nervoso, uno che si alterava subito se qualcosa lo infastidiva» - ammette una ragazza che abita nella stessa palazzina. E, forse, il bastone in legno che Aragno avrebbe utilizzato per ammazzare la moglie è lo stesso che impugnava per sbattere sul soffitto di casa quando gli inquilini al piano superiore tenevano il volume della tivù troppo alto: «Lo sbatteva per farcelo abbassare, ma non li abbiamo mai sentiti litigare, davvero».

 

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