LA GIUSTA DISTANZA - I MUSEI, ISTITUTI E LUOGHI DI CULTURA DEVONO “ASSICURARE MODALITÀ DI FRUIZIONE CONTINGENTATA”: EVITARE ASSEMBRAMENTI E FARE SÌ CHE I VISITATORI RISPETTINO LA DISTANZA DI ALMENO UN METRO - TRA I TECNICI C'È PREOCCUPAZIONE PER IL PICCO DI NUOVI CONTAGI E C'È IL RISCHIO CHE, NEL CASO DI UNA MANCATA INVERSIONE DI TENDENZA, LE MISURE RESTRITTIVE POSSANO ESSERE PROROGATE DI UN'ALTRA SETTIMANA ED ESSERE ALLARGATE ANCHE AD ALTRE ZONE…

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Alessandro Trocino per “il Corriere della Sera”

 

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Una giornata di riflessione e di discussioni, con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha provato a mediare tra le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico e le richieste di governatori e amministratori locali. Alla fine, il decreto della presidenza del Consiglio è stato firmato e ha assunto una forma più complessa, con ulteriori differenziazioni per territorio e con un tentativo di uniformare le linee di azione che sta già provocando polemiche.

 

Perché si prevede che «non possono essere adottati e sono inefficaci» le ordinanze dei Comuni dirette a fronteggiare l' emergenza che siano «in contrasto con le misure statali». Quanto basta per far infuriare il sindaco di Crema, Stefania Bonaldi, secondo la quale la norma «è una grave violazione del potere attribuito ai sindaci che mai come in questo caso dovrebbe essere rispettato».

 

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L' Italia del decreto, firmato dal premier e dal ministro della Salute Roberto Speranza, viene suddivisa sostanzialmente in quattro aree. La zona rossa, nella quale sono adottati i provvedimenti più drastici e sono sospese tutte le attività in luoghi pubblici, compresi i trasporti. Sono undici Comuni: Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione d' Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini (tutti in Lombardia) e Vo' (quest' ultima in Veneto).

 

Una seconda fascia comprende le tre regioni già coinvolte (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna), alle quali ora si uniscono anche le province di Pesaro-Urbino (nonostante le perplessità del sindaco Matteo Ricci) e di Savona. Una terza categoria riguarda invece le province di Bergamo, Lodi, Piacenza e Cremona. Infine, ci sono le misure che riguardano tutta l' Italia. Tra i tecnici c' è preoccupazione per il picco di nuovi contagi e c' è il rischio che, nel caso di una mancata inversione di tendenza, le misure possano essere prorogate di un' altra settimana ed essere allargate anche ad altre zone.

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Confermato lo stop alle lezioni in asili, scuole e università per le tre Regioni interessate fino all' 8 marzo. A queste, si aggiungono il Friuli-Venezia Giulia e le province di Pesaro-Urbino e di Savona. In Liguria, Savona a parte, si riprende mercoledì. In Piemonte, il governatore Alberto Cirio fa sapere che si deciderà il da farsi tra domani e dopodomani.

Tutti i musei, istituti e luoghi di cultura sono aperti al pubblico, ma devono «assicurare modalità di fruizione contingentata», ovvero evitare «assembramenti» e comunque fare sì che i visitatori rispettino la distanza di almeno un metro. Questa misura di sicurezza viene chiamata «droplet», in italiano «gocciolina».

 

È stata accolta la richiesta della Regione Lombardia e dunque sarà possibile lo svolgimento di attività in comprensori sciistici, ma solo a condizione che si assicuri «la presenza di un massimo di persone pari a un terzo della capienza» in funicolari, funivie e cabinovie: anche in questo caso si cerca di evitare i contatti troppo ravvicinati.

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Resta confermato lo stop a tutte le manifestazioni di carattere non ordinario, «grandi eventi, cinema, teatri, discoteche e cerimonie religiose».

 

Per quanto riguarda i «luoghi di culto», si aggiunge che resteranno aperti, ma a condizione di evitare «assembramenti di persone» e garantire la distanza di un metro tra un frequentatore e un altro. La misura, già prevista nella bozza del giorno precedente, viene esplicitata. E dunque, si scrive che nelle tre Regioni e nelle due province di Pesaro-Urbino e Savona, «lo svolgimento delle attività di ristorazione, bar e pub» è ammesso, a condizione che «il servizio sia espletato per i soli posti a sedere e che, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali, gli avventori siano messi nelle condizioni di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro».

 

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Anche i negozi potranno aprire, ma «con modalità idonee a evitare l' assembramento» e rispettando «la distanza di almeno un metro tra i visitatori». Viene disposta - ma solo per le province di Bergamo, Lodi, Piacenza e Cremona - la chiusura nelle giornate di sabato e domenica delle «medie e grandi strutture di vendita e degli esercizi commerciali presenti all' interno dei centri commerciali e dei mercati, a esclusione delle farmacie e parafarmacie e dei punti vendita di generi alimentari».

 

Questa misura riguarda solo la Lombardia e la provincia di Piacenza: si sospendono fino all' 8 marzo tutte le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere e centri termali. Più blande ma comunque importanti le misure da adottare in tutto il territorio nazionale. Si tratta sostanzialmente di misure precauzionali e igieniche. Nelle pubbliche amministrazioni saranno a disposizione soluzioni disinfettanti, le aziende di trasporto pubblico dovranno sanificare i mezzi e si concede ai datori di lavoro di applicare ai rapporti di lavoro subordinati «la modalità di lavoro agile» (ovvero lo smart working).

 

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Il Dpcm si conclude con sette «misure igieniche», che contemplano il «lavarsi spesso le mani»; evitare il contatto ravvicinato con chi soffre di infezioni respiratorie acute; «non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani»; coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce; non prendere farmaci antivirali o antibiotici se non prescritti; pulire le superfici con disinfettanti; usare la mascherina solo se si sospetta di essere malato o si assiste persone malate.

 

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