Estratto dell'articolo di Enrico Franceschini per www.repubblica.it
Nel parco di Richmond, a quaranta minuti d’auto dal Big Ben, ogni giorno i turisti possono fotografare tranquillamente, e talvolta avvicinare, un folto branco di cervi. Oggi nel Regno Unito ce ne sono due milioni, più di quanti abbiano mai popolato le foreste britanniche negli ultimi mille anni, affermano le statistiche, e il governo ritiene che siano troppi: perciò sta programmando di abbatterne almeno mezzo milione l’anno. Gli animalisti protestano. Ma le associazioni di beneficenza lanciano un’idea a sostegno dell’abbattimento di massa: sfamare poveri e senzatetto con gli esemplari uccisi.
“La carne di cervo può risolvere le necessità alimentari dei più bisognosi”, propone S. J. Hunt, direttrice di The Country Food Trust, un’organizzazione che distribuisce gratuitamente pasti preconfezionati a base di selvaggina alle famiglie a più basso reddito. “E’ cibo nutriente, a scarso contenuto di grassi, proveniente da animali ruspanti per antonomasia e con un doppio beneficio: aiuta le persone che non possono permettersi un pranzo a base di carne e al tempo stesso contribuisce alla conservazione dell’ambiente. Un’iniziativa del genere su grande scala avrebbe grande potenziale”.
Forestry England, l’ente pubblico che amministra le foreste, fornisce già tonnellate di carne di cervo a ospedali e centri di assistenza.
Un rapporto governativo indica che negli ultimi anni la popolazione dei cervi è cresciuta a dismisura in Gran Bretagna […] L’impatto è stato devastante per l’ambiente: in assenza di predatori naturali, l’eccessivo numero di cervi danneggia gli alberi, la produzione agricola e altre specie animali, avverte il dossier. Inoltre, a causa della sovrappopolazione, i cervi sono più a rischio di malattie e denutrizione.
“L’abbattimento di massa dei cervi è una pratica crudele e inefficace”, replica Elisa Allen, vicepresidente di People for the Ethical Treatment of Animals, nota con l’acronimo Peta, una delle maggiori associazioni per la protezione degli animali. “Malattie e denutrizione sono un fatto certamente spiacevole, ma fanno parte del processo di selezione in base al quale sono gli esemplari più forti a sopravvivere”
Gli animalisti suggeriscono metodi alternativi: introdurre predatori come i lupi; adottare misure per ridurre la fertilità dei cervi: usare recinzioni o reticolati per limitare i contatti fra mandrie.
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L’abbattimento di massa dei cervi, in realtà, è in corso da tempo: attualmente in tutto il Paese ne vengono eliminati 350 mila l’anno. Ma secondo le autorità non è sufficiente
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