LA GRANDE FUGA DEI TURISTI DA ROMA: GLI ALBERGHI DELLA CAPITALE CHIUDONO LE PRENOTAZIONI - SI FERMANO ALTRI 280 HOTEL - MOLTE STRUTTURE CHE AVEVANO RIAPERTO DOPO IL LOCKDOWN NON CE L'HANNO FATTA - SOS DI ROSCIOLI, PRESIDENTE FEDERALBERGHI: "NON CI SONO PIÙ MARGINI PER CONTINUARE. SIAMO PREOCCUPATI PER I NOSTRI IMPIEGATI. SONO QUASI TUTTI IN CASSA INTEGRAZIONE E…”

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Flaminia Savelli per “il Messaggero”

 

Senza turisti e con i conti in rosso: gli alberghi della Capitale chiudono le prenotazioni. Dopo una prima, lieve, ripresa registrata tra luglio e agosto, la stangata è arrivata a settembre che ha segnato il 90% in meno di turisti rispetto al 2019.

 

«Non abbiamo margini per andare avanti - denuncia Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi - tenere le strutture aperte con questi numeri di turisti, per molti imprenditori è impossibile. Tra luglio e agosto abbiamo registrato un lieve miglioramento e la speranza era di una lunga coda che arrivasse a settembre. Ma l' aumento dei contagi di Covid ha portato a molte cancellazioni».

 

Nei primi mesi estivi infatti a Roma sono state registrate 220mila presenze.

 

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Spalmate nei 700 alberghi che dopo il lookdown avevano riaperto. Ma: «Il turismo romano precisa - viene soprattutto dalla Francia, Germania e dall' America. Paesi che in questo momento sono in grande sofferenza per la pandemia e che, in aggiunta, prevedono una quarantena. La questione è molto complessa».

 

All' allarme degli albergatori si aggiunge anche quello dei lavoratori: «Siamo preoccupati per i nostri impiegati - conclude Roscioli - sono quasi tutti in cassa integrazione e molti di loro non hanno ancora ricevuto un euro. Rischiamo che la situazione peggiori ancora se non arriveranno aiuti concreti per aiutarci a superare la crisi. Abbiamo bisogno di risposte in attesa di capire in che direzione andare».

 

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Intanto l' elenco degli alberghi che dal primo ottobre ha sospeso l' attività - a data da destinarsi - continua ad allungarsi.

 

LE CHIUSURE Dal mese di ottobre il 40% delle strutture, non accetterà più prenotazioni: dall' hotel Camelia, in via Goito, all' hotel Diocleziano di via Gaeta all' hotel Archimede a Termini: «Ho deciso di chiudere perchè la gestione di una struttura senza clienti non ha senso», sottolinea Roberto Necci proprietario dell' hotel XX Settembre in via del Macao. L' albergo aveva riaperto nei mesi di luglio e agosto.

 

roscioli roscioli

Ma da oggi resterà chiuso: «Ho fatto un tentativo - spiega - ma con le presenze al minimo devo richiudere. La necessità ora è di organizzare un turismo diverso anche per il centro della Capitale che in ogni settore sta soffrendo. L' analisi - sottolinea - che già avevamo fatto a maggio, è che sarebbero stati mesi complessi per il comparto turistico. Non solo per ciò che stava accadendo nel nostro paese».

 

Prima dello scoppio della pandemia a Roma si contavano 2milioni di turisti americani all' anno. I visitatori tedeschi erano invece mezzo milione: «Questi numeri non esistono più - conferma il titolare del XX settembre - oggi possiamo contare sui visitatori del nord Italia e di un mercato di prossimità. La crisi è fortissima e ci conviene sospendere le attività, almeno per il momento».

 

Serrande abbassate dunque in una città senza turisti. Che ha già piegato anche laboratori e botteghe del centro storico. Secondo i dati raccolti da Confartigianato, il 25% delle attività non ha mai riaperto dopo l' allentamento delle misure anti contagio. E un altro 20% chiuderà entro l' anno.

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