I GRANDI MARCHI NON RUSSANO PIÙ – MICROSOFT, PANASONIC SWATCH E HERMES SI AGGIUNGONO ALLA LISTA DEI COLOSSI INTERNAZIONALI AD ANNUNCIARE LO STOP DELLE ESPORTAZIONI VERSO LA RUSSIA – CHIUSI ANCHE NEGOZI DI APPLE, NIKE IKEA. SONY, WALT DISNEY E WARNER BROS HANNO RESCISSO UNILATERALMENTE TUTTI I CONTRATTI SIGLATI CON I DISTRIBUTORI RUSSI…

-

Condividi questo articolo


Attilio Barbieri per “Libero quotidiano”

 

microsoft microsoft

La fuga delle grandi imprese occidentali dalla Russia assomiglia sempre di più a un fiume in piena che travolge gli argini. Dopo i big dell'energia e dell'hi-tech a bloccare gli affari con la Repubblica federativa russa sono ora anche i marchi del lusso. Soltanto ieri Panasonic, Microsoft, Swatch ed Hermes hanno annunciato lo stop alle esportazioni verso il Paese che ha scatenato la guerra d'invasione in Ucraina. 

negozi chiusi russia negozi chiusi russia

 

La casa di produzione dei noti orologi svizzeri ha congelato le spedizioni verso mosca fino a data da destinarsi. Il blocco coinvolge sia i prodotti a marchio Swatch, sia gli orologi Omega e Longines. Microsoft ha deciso di bloccare con effetto immediato le vendite di software e servizi in tutta la Repubblica russa. 

 

«Siamo inorriditi, irritati e rattristati dalle immagini e dalle notizie provenienti dalla guerra in Ucraina e condanniamo questa invasione ingiustificata, non provocata e illegale da parte della Russia», scrive senza giri di parole sul sito web del colosso fondato da Bill Gates, l'attuale presidente Brad Smith. 

negozi chiusi in russia 4 negozi chiusi in russia 4

 

Pure il gigante dell'elettronica giapponese Panasonic ha deciso lo stop. «Abbiamo deciso di sospendere le transazioni con la Russia», fa sapere sempre attraverso il proprio sito il gruppo di Osaka, «dicendo di essere «molto preoccupato per l'attuale situazione in Ucraina». Il marchio del lusso Hermes annuncia su Linkedin che chiuderà «temporaneamente» i punti vendita già operativi in Russia sospendendo le attività commerciali a partire da ieri sera. 

 

negozi chiusi in russia 3 negozi chiusi in russia 3

«È con rammarico che abbiamo deciso di chiudere temporaneamente i nostri negozi in Russia e di sospendere tutte le nostre attività commerciali dalla sera del 4 marzo», scrive il gruppo francese. Il gruppo ha tre negozi in Russia, uno dei quali nel famoso centro commerciale Goum che si affaccia sulla Piazza Rossa. Saracinesche abbassate da giovedì per i 17 negozi Ikea sparsi nel Paese, mentre la danese Lego, ha deciso di bloccare le consegne dei famosi mattoncini. 

 

negozi chiusi in russia 2 negozi chiusi in russia 2

Decisione che provocherà la chiusura degli 81 negozi col proprio marchio aperti nell'ultimo decennio nelle principali città russe. I cinema russi restano senza pellicole occidentali, dopo che Sony, Walt Disney e Warner Bros hanno rescisso unilateralmente tutti i contratti siglati con i distributori russi. Fra i primi colossi a interrompere gli affari con Mosca ci sono stati Apple, Nike e Netflix, seguite dai big dell'energia: la nostra Eni, Bp, Shell, assieme alla norvegese Equinor. Imitati da alcuni gruppi automobilistici: Volvo e Volkswagen. Ma la lista è destinata ad allungarsi presto.

negozi chiusi in russia 1 negozi chiusi in russia 1 swatch swatch

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…

FLASH – COME HANNO PRESO AL PENTAGONO LA NOMINA DI QUELLO SVALVOLATO DI PETE HEGSETH COME SEGRETARIO DELLA DIFESA? MALISSIMO! PRIMA DI TUTTO PER UNA QUESTIONE GERARCHICA: COME FA UN EX CAPITANO A COMANDARE SUI GENERALONI? CERTO, NON SAREBBE IL PRIMO: IN PASSATO ALTRI CAPOCCIONI NELLO STESSO RUOLO NON AVEVANO ALTI GRADI MILITARI (ANCHE RUMSFELD ERA "SOLO" UN CAPITANO MENTRE LLOYD AUSTIN, L’ATTUALE SEGRETARIO, È UN GENERALE A QUATTRO STELLE) - SU HEGSETH PESANO SOPRATTUTTO L’INCOMPETENZA E LA "PROMESSA" DI PURGARE I VERTICI MILITARI NON FEDELI A TRUMP...