Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per “la Repubblica”
Per un giorno, niente involtini primavera, riso alla cantonese e pollo in agrodolce. Stamani a Chinatown non si mangia cinese. Cuochi, camerieri e addetti alle pulizie del famoso quartiere cinese della capitale scioperano per 24 ore: non contro i propri datori di lavoro, bensì contro (…) il ministero degli Interni, che negli ultimi mesi ha moltiplicato i raid nei ristoranti della zona per individuare immigrati illegali.
Il numero dei lavoratori arrestati ed espulsi non è noto, ma l' anno scorso gli esercizi pubblici dell' area contraddistinta dalle grandi porte nello stile della Cina imperiale e dalle lanterne rosse hanno ricevuto multe per mezzo milione di sterline per dipendenti senza permesso di lavoro (…). "Se la campagna contro di noi continua, Chinatown rischia di scomparire del tutto".
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Nella metropoli si mangia cinese praticamente dappertutto: e mentre i fumosi ristorantini di Chinatown con le anatre all' arancio esposte in vetrina sono generalmente a buon mercato, la migliore cucina orientale, in tutte le sue variazioni, si è spostata altrove, con ben altri prezzi e denominazioni, come la "chinese fusion" di Hakkasan, uno dei ristoranti più alla moda (e più costosi) della città.
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La prima immigrazione cinese sbarcò, letteralmente, lungo il Tamigi all' inizio del Novecento, trovando posto dietro i docks dell' East End, in strade povere, malfamate e note per le fumerie d' oppio.
Ma dopo i bombardamenti della II guerra mondiale la comunità si spostò gradualmente nel West End, in cui è cresciuta a partire dai primi anni '70, diventando un punto di riferimento per i turisti, che ci vengono per una cena economica e uno shopping a base di pittoresche chincaglierie.
I problemi sono venuti fuori nell' ultimo decennio con l' aumento vertiginoso dell' immigrazione in Gran Bretagna.
Quella dall' Europa ha provocato come risposta la Brexit. Quella dal resto del mondo ha causato norme più restrittive.
Per assumere legalmente un immigrato cinese come cuoco, ora i piccoli ristoranti di Chinatown devono fargli un contratto da almeno 30 mila sterline l' anno (circa 35 mila euro), che pochi possono permettersi.
Il risultato è che alcuni chiudono per mancanza di personale, altri ricorrono a immigrati illegali.
Un fenomeno analogo ha messo in crisi le " curry house", i ristorantini indiani, altro emblema nazionale: il pollo al curry è il secondo piatto preferito dai britannici (…).
In più c' è la " gentrification", l' imborghesimento dei quartieri etnici, che sloggia le classi medio- basse per fare spazio a quelle medio- alte, sviluppo già evidente in altre vie di Soho e che ora minaccia pure il quartiere cinese.
Grosso guaio a Chinatown, si potrebbe concludere parafrasando il titolo di un film. (…)
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