Estratto dell’articolo di Andrea Ossino per “la Repubblica - Edizione Roma”
marcantonio e fernando brancaccio
Titolo di studio: quarta elementare. Anni compiuti: esattamente 102. Nonostante questo la principessa Fernanda Ceccarelli Brancaccio nel 2009 avrebbe scritto e firmato di suo pugno tre documenti e un testamento con cui lasciava l’omonimo teatro di via Merulana, alcuni edifici in viale Manzoni, una tenuta agricola a San Gregorio di Sassola e titoli per 20 milioni di euro circa ai cittadini romani bisognosi, o meglio alla Fondazione Marcantonio Brancaccio, di cui è presidente il sindaco di Roma […].
Adesso è guerra a suon di carte bollate. Perché sul testamento […] pende […] una questione civilistica dal valore a sei zeri. Questa volta a sollevarla è stata Maria Luisa Bottini, unica parente in vita della principessa Fernanda Ceccarelli Brancaccio, morta nel 2014 a 107 anni.
La signora Bottini, oggi settantenne pensionata, ha intrapreso una causa davanti ai giudici dell’ottava sezione civile. E ieri c’è stata un’udienza importante. Infatti sono stati depositati numerosi documenti, atti che secondo la pretendente farebbero emergere dubbi sul testamento.
Il giorno in cui è stato scritto infatti la nobildonna, anziana e poco istruita, avrebbe redatto quattro documenti di suo pugno. E lo avrebbe fatto, sostiene la Bottini, in assenza dell’amministratore di sostegno, una figura che il tribunale aveva nominato per assistere la donna, che all’epoca aveva compiuto 102 anni.
palazzo brancaccio via merulana
La posizione della parente della principessa è chiara: pretende che i suoi titoli ereditieri vengano riconosciuti e, magari, che venisse sequestrato il patrimonio affidato alla Fondazione Marcantonio Brancaccio. Una richiesta già bocciata dal giudice […].
L’uomo rivendicava di essere erede universale di Fernanda Ceccarelli Brancaccio in virtù di un diverso testamento, poi ritenuto apocrifo dal Tar, nel 2018, e infine liquidato con una mediazione.
In quel caso, il Campidoglio aveva vinto e ribadito la volontà della donna, spiegando che la principessa, sorella di Bianca, soubrette degli anni Trenta, aveva deciso che la fondazione fosse intitolata al marito, il principe Marcantonio, che la sposò l’ 1 aprile del 1959, a ottant’anni, prima di morire due anni dopo senza lasciare altri discendenti. Il testamento su cui si basa il lascito della principessa in favore del comune prevede inoltre che la fondazione debba essere presieduta dal sindaco di Roma e che tutti i guadagni debbano andare ai “cittadini romani bisognosi”. Ma era realmente questa la volontà della donna? […]