HA UCCISO IL PADRE E POI NE HA INCENDIATO IL CORPO, SIMULANDO IL SUO ALLONTANAMENTO - LORENZO D’ERRICO HA FATTO FUORI IL PADRE CARMINE, PENSIONATO 65ENNE, DOPO L'ENNESIMA LITE - IL 35ENNE ERA ANCHE ANDATO A “CHI L’HA VISTO” PER CHIEDERE AL PADRE DI TORNARE A CASA DOPO CHE SI ERANO PERSE LE SUE TRACCE LO SCORSO 30 DICEMBRE, MA IL CORPO CARBONIZZATO DELL'UOMO È STATO RITROVATO IL 21 GENNAIO DENTRO UNA FABBRICA ABBANDONATA – A INSOSPETTIRE GLI INQUIRENTI, LE INCONGRUENZE NEL RACCONTO DEL FIGLIO…

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Giuseppe Scarpa per "il Messaggero"

 

carmine d errico 1 carmine d errico 1

Avrebbe ucciso il padre e poi avrebbe incendiato il corpo. Infine avrebbe simulato un suo allontanamento. Carmine D'Errico non si è suicidato come si pensava all'inizio. Per questo Lorenzo D'Errico, 35 anni, da ieri, è in stato di fermo. Le liti burrascose tra lui e il genitore, la convivenza difficile e poi un'ultima discussione sfociata, molto probabilmente, nella violenza mortale. 

 

È questa, ad oggi, la principale ipotesi sulla morte del 65enne vedovo, ex elettricista, scomparso il 30 dicembre scorso dal suo appartamento a Cusano Milanino (Milano). Adesso si è scoperto che è suo il corpo carbonizzato ritrovato il 21 gennaio a Cerro Maggiore, nel milanese, all'interno di una fabbrica abbandonata. 

 

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Ad essere sospettato del delitto è, appunto, suo figlio Lorenzo, che viveva con lui e che per un mese intero, anche attraverso la trasmissione televisiva «Chi l'ha Visto», si era lanciato in un disperato appello al padre, perché tornasse a casa. Tuttavia nel suo racconto gli investigatori hanno rilevato diverse incongruenze, tanto da decidere di approfondire accertamenti e indagini. Il figlio è stato fermato ieri pomeriggio mentre usciva dalla casa di una vicina. Forse stava cercando di scappare. 

 

I CONTROLLI 

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Ieri mattina i carabinieri del Ris di Parma, insieme ai colleghi del Nucleo Investigativo di Milano e quelli della compagnia di Sesto San Giovanni, sono entrati nella villetta sequestrata dai magistrati monzesi alla ricerca di tracce, soprattutto ematiche, per decretare se il 65enne sia stato ucciso e se il delitto sia avvenuto all'interno della sua casa. 

 

Sentito dagli inquirenti, già prima del fermo, Lorenzo ha ammesso di avere un rapporto difficile con il padre, tanto da trascorrere le sue giornate chiuso in camera. Infatti, ha spiegato ai carabinieri e al magistrato, la sera della scomparsa dell'uomo non si sarebbe neppure accorto che era uscito, in pigiama e ciabatte, «per andare a prendere una pizza».

 

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 Questo perché, secondo il quadro emerso nelle ultime ore, da quella casa il 65enne non sarebbe mai andato via, per lo meno non da solo e non vivo. Un altro elemento che ha destato sospetti è stato il ritrovamento dell'auto della vittima, diversi giorni dopo la sua scomparsa, a poco più di trecento metri dalla villetta al civico 22 di via della Libertà a Cusano, quando inizialmente sembrava sparita nel nulla. 

 

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Nel garage della casa inoltre, i carabinieri hanno sequestrato una pistola, non regolarmente detenuta né dal padre né dal figlio, con tanto di proiettili. Anche sull'arma saranno svolti tutti gli accertamenti balistici del caso. 

 

LA SVOLTA 

La svolta, per la possibile soluzione della vicenda, è arrivata nel tardo pomeriggio di ieri quando è stato deciso di mettere sotto sequestro la villetta dove vivevano padre e figlio. Il 21 gennaio era stato ritrovato il corpo carbonizzato a Cerro Maggiore. A scoprire quello che, inizialmente era un cadavere senza nome, erano stati tre giovani entrati nella struttura dismessa per realizzare un video musicale.

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 Nei giorni scorsi era stato reso noto che quel corpo apparteneva a un uomo italiano di mezza età, probabilmente colpito alla testa con un corpo contundente. Ieri è stato confermato che si tratta dell'ex elettricista in pensione Carmine D'Errico. A quel punto sono scattate le manette per il figlio Lorenzo, unico indagato, sottoposto a fermo per indiziato di delitto per omicidio. 

 

Gli inquirenti dovranno ora cristallizzare tutte le fasi che hanno portato al presunto assassinio e capire in che modo la vittima sia arrivata a Cerro Maggiore e, soprattutto, se prima o dopo la sua morte. 

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