Giulia Sorrentino per “Libero quotidiano”
IL POST DI FABRIZIO CORONA PER IL 47ESIMO COMPLEANNO
Il caso di Fabrizio Corona continua a tenere banco, sia per le novità legate alla presunta sospensione del suo sciopero della fame (su supplica delle persone a lui più vicine) sia per quanto riguarda il suo disturbo psichiatrico severo.
Ma quanti sono i detenuti con questi disagi? Secondo i dati forniti da Irene Testa, tesoriere del Partito Radicale e conduttrice radiofonica della rubrica "Lo stato del diritto", i detenuti affetti da disturbi psichici si aggirano attorno al 41,3% di cui il 27% è in terapia psichiatrica ed il 14% è in trattamento per dipendenze, su un totale di 53.697 carcerati (febbraio 2021). Ma in quali condizioni versano? E quali sono i pericoli maggiori?
IL RAPPORTO
Secondo i dati dell'associazione Antigone, sui 98 istituti visitati, solo in 59 penitenziari c'è la presenza medica della durata di 24 ore, e solo 57 istituti contemplano almeno 8 ore d'aria; 29 non garantiscono sempre adeguata areazione e accesso alla luce del giorno nelle celle, in 45 non è costantemente presente acqua calda nella stanza di pernottamento, 25 non garantiscono almeno 3 metri quadrati a detenuto.
Condizioni precarie per chiunque, figuriamoci per chi ha dei disturbi così importanti. In questo senso, è lo stesso Istituto Superiore di Sanità a stabilire quanto sia importante la condizione ambientale nello sviluppo della malattia mentale: «Sulla salute mentale agiscono sia fattori genetici che esposizioni ambientali concomitanti i cui effetti possono modificarsi reciprocamente in modo complesso», scrive l'Iss. «L'ambiente può infatti influenzare attraverso modifiche chimiche il modo in cui il Dna viene letto e trascritto.
Quando gli effetti genetici sono modulati da fattori esogeni, ad esempio stili di vita, esistono opportunità di prevenzione e di promozione della salute mentale». «Sotto questo punto di vista, c'è una scarsissima tutela della malattia mentale e non si tiene conto di in un ambiente ostile come il carcere nel progredire della malattia», spiega Irene Testa.
Ne è convinto anche il Professor Paolo Capri, presidente dell'Associazione Italiana di Psicologia Giuridica: «Siamo di fronte a pazienti con una sofferenza importantissima che vanno inevitabilmente curati. È chiaro che l'aspetto detenti
VITA IN CELLA
Nelle carceri italiane si contano 53.697 detenuti. Di questi, il 67,5% risulta essere affetto da una o più patologie. Mentre il 41,3% presenta disturbi che hanno a che fare con la sfera della psiche.
MORTE IN CELLA
Nel 2018 il numero dei suicidi registrati all'interno degli istituti penitenziari è stato di 11,4 ogni 10mila detenuti contro una media di 0,65 ogni 10mila abitanti tra la popolazione italiana non detenuta (dati Antogone). vo non può che peggiorare una situazione del genere. Non rimane neutrale il paziente, ma sta peggio».
LA SALUTE
Il diritto alla salute e alla vita sono principi cardine della nostra Costituzione. Non esiste nella giustizia una centralità delle neuroscienze, della neurologia e della psichiatria. E manca spesso un riesame della detenzione alla luce del peggioramento della condizione psicofisica. I disturbi di personalità di varia natura e tipologia, il disturbo bipolare o le psicosi alterano molto spesso le scelte che l'individuo compie e il suo senso della realtà.
CARCERE DI TORINO LORUSSO E CUTUGNO
«Apparentemente i soggetti in questione possono sembrare solo instabili o affetti da problematiche affettive», dice il professore Capri. «Ma non è un problema solo di affettività perché queste persone hanno proprio un problema di gravi scompensi che si avvicinano al quadro psicotico, ovvero una situazione in cui si possono presentare gravi dissociazioni. È per questo che l'aspetto psichiatrico e psicologico andrebbe seguito con estrema cautela ed attenzione. Non può mai essere tralasciato».
RIVOLTA AL CARCERE DI SAN VITTORE - DETENUTI SUL TETTO
La punizione secondo gli psichiatri dovrebbe essere modulata sulla base della malattia, non solo della legge che non può più camminare da sola. Ci dovrebbe essere un lavoro di equipe che prevenga i suicidi, la cui stima è di 11.4 ogni 10.000 detenuti (Antigone), o i casi di autolesionismo che solo nel 2018 hanno riguardato 10.368.
detenuti sul tetto a san vittore
È in virtù dell'amore per la scienza, della protezione dell'intera popolazione penitenziaria e del profondo senso di umanità che dovrebbe accompagnare le vicende giuridiche che Irene Testa sta promuovendo un appello del partito radicale (sottoscritto da personaggi di spicco come Vittorio Feltri, Maurizio Costanzo, Annamaria Bernardini De Pace, l'ex Guardasigilli Claudio Martelli e molti altri, oltre che da chi scrive) sul tema del disagio mentale in carcere, rivolto alla ministra della Giustizia Marta Cartabia e al Ministro della Salute Roberto Speranza: «Il problema della salute mentale in carcere», recita l'incipit dell'appello «oggi rilanciato dalla vicenda che riguarda Fabrizio Corona, e che coinvolge da ben prima di lui migliaia di altri cittadini, esige una vostra urgente e concreta risposta».
il carcere di san vittore in fiamme la parente di un detenuto sulla macchina della polizia davanti a san vittore