1 – CNN, DANNI A CAVI MAR ROSSO, COLPITO 25% TRAFFICO INTERNET
(ANSA) - I danni ai cavi sottomarini nel Mar Rosso stanno interrompendo le reti di telecomunicazioni globali e costringendo i fornitori di servizi Internet a reindirizzare circa un quarto del traffico tra Asia, Europa e Medio Oriente. Lo riporta la CNN. Secondo la società di telecomunicazioni di Hong Kong HGC Global Communications, il 25% del traffico tra Asia ed Europa, nonché Medio Oriente, è stato colpito, ha affermato la società in una nota. La società ha affermato che sta reindirizzando il traffico per ridurre al minimo i disagi per i clienti e sta anche "estendendo l'assistenza alle aziende interessate".
mappa cavi internet sottomarini nel mar rosso
HGC non ha detto come i cavi fossero stati danneggiati o chi fosse il responsabile. La distruzione arriva settimane dopo che il governo ufficiale yemenita aveva avvertito della possibilità di un attacco ai cavi da parte dei ribelli Houthi sostenuti dall'Iran, che hanno già interrotto le catene di approvvigionamento globali attaccando navi commerciali nel Mar Rosso. I rapporti della scorsa settimana del quotidiano israeliano Globes suggerivano che dietro il danno ai cavi ci fossero gli Houthi. Il leader ribelle yemenita Abdel Malek al-Houthi aveva negato le accuse. "Non abbiamo intenzione di prendere di mira i cavi marittimi che forniscono Internet ai paesi della regione", aveva affermato. (ANSA).
2 – CENTRO STUDI BONO, 'HOUTHI DIFFONDONO MAPPE CAVI DEL MAR ROSSO'
(ANSA) - Sulla crisi del Mar Rosso "incombono altri pericoli" come gli "attacchi informatici, e la pirateria". Lo si legge nell'analisi resa disponibile dal Centro Giuseppe Bono-Seacs sulla situazione nel mar Rosso. "Gli attacchi informatici ai sistemi di tecnologia operativa del settore marittimo sono aumentati del 900% negli ultimi anni e il numero di incidenti segnalati raggiunge nuovi picchi ogni anno. Nel 2020 sono state oltre 500 le gravi violazioni della sicurezza informatica contro i 50 hack Ot del 2017. Anche il caso della portacontainer Ever Given, arenatasi nel Canale di Suez sarebbe ancora sotto investigazione in questo senso".
Anche internet rappresenta un problema: "già a dicembre - prosegue lo studio -, il canale Telegram della milizia Houthi aveva pubblicato una mappa delle reti via cavo per le comunicazioni marine nel Mar Mediterraneo, nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo Persico, e l'ha accompagnata con la frase: "Ci sono mappe di cavi internazionali che collegano tutte le regioni del mondo attraverso il mare. Sembra che lo Yemen sia in una posizione strategica, poiché le linee Internet che passano vicino a esso collegano interi continenti, non solo Paesi".
mappa cavi sottomarini nel mar rosso
Per quanto riguarda la pirateria "risulta fondata la tesi di varie agenzie specializzate che la crisi del Mar Rosso sia oggi diretta responsabile dell'aumento della pirateria somala - si legge nello studio - con un incremento in termini di attacchi alle navi rispetto al decennio precedente, ampliandole anche oltre il Golfo di Aden, quali conseguenze dirette della crisi nel Mar Rosso, che obbligheranno a un maggior dispiegamento di forze navali per il suo contrasto.
Nel rapporto Eunavfor pubblicato nel gennaio 2024 si dà notizia del primo dirottamento, dal 2017 a oggi, nel golfo di Aden: attacco, cattura e dirottamento registrati il 14 dicembre in un'area situata a circa 700 miglia nautiche a est di Bosaso in Somalia con l'abbordaggio della portarinfuse Handimax".
3 – ARMI E TATTICHE DEI RIBELLI HOUTHI
Estratto dell’articolo di Guido Olimpio per il “Corriere della Sera”
Quella degli Houthi è una strategia dei «mille tagli», anche se su scala ridotta. Una sequenza di attacchi falliti o riusciti contro il traffico in Mar Rosso in modo da renderlo perennemente insicuro. Le compagnie hanno poche opzioni: circumnavigare l’Africa con costi aggiuntivi oppure correre il rischio di essere prese di mira davanti alle coste dello Yemen, a nord o a sud della «porta», lo stretto di Bab el Mandeb.
I militanti si sono preparati ben prima dell’invasione israeliana di Gaza, presentata dai loro leader come la causa scatenante degli attacchi al naviglio. Durante il lungo conflitto civile hanno avuto modo di sperimentare tattiche in campo terrestre e marittimo contro avversari interni, sauditi, emiratini, mercenari stranieri.
E hanno parallelamente irrobustito l’arsenale sfruttando l’apporto dell’Iran. Teheran nega il coinvolgimento ma l’importanza delle sue forniture è evidente, come ha confermato un episodio avvenuto nella notte dell’11 gennaio quando l’Us Navy ha abbordato un piccolo cargo con materiale bellico iraniano destinato alla milizia yemenita.
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I pasdaran hanno fatto arrivare sistemi offensivi, batterie antiaeree, tecnologia, munizionamento. E un nucleo di consiglieri ha aperto un centro di comando-controllo per migliorare la macchina bellica. Inoltre, Teheran ha lasciato in zona la nave-spia Behshad, accusata di svolgere compiti di intelligence: la tesi è che il finto mercantile favorisce le incursioni. […]
Gli Houthi possono colpire il nemico con un’infinità di sistemi e su qualsiasi distanza, compreso il lungo raggio. Hanno missili balistici, droni-kamikaze, cruise con i quali bersagliare petroliere o il territorio israeliano. I velivoli senza pilota, dotati di cariche esplosive e Gps,«incrociano» fino a raggiungere l’obiettivo adottando manovre evasive.
Costano poche migliaia di dollari, quasi nulla rispetto ai mezzi missilistici impiegati dalle Marine alleate per intercettarli. In alcuni casi — secondo gli esperti — i droni «piombano» in coppia a ordigni balistici: i primi costringono la nave a rallentare, i secondi servono a infliggere il colpo. A oggi gli strike hanno coinvolto decine di «scafi» e causato l’affondamento della Rubymar, piena di fertilizzanti.
Incombe poi la minaccia subacquea, rappresentata da droni, mine ed eventuali incursori affiancati da barchini-suicidi. La coalizione occidentale ha scelto il contenimento — con la tutela del naviglio — e l’intercettamento dei «proiettili», scenario documentato dall’azione della Duilio; ha sferrato raid preventivi sulle basi ma evitato offensive massicce per evitare l’escalation. […]
i navy seals sequestrano missili e componenti iraniani destinati agli houthi milizie houthi - yemen ribelli houthi