ITALIANI, POPOLO DI SANTI, POETI… ED EVASORI FISCALI – TUTTI I NUMERI DELL’ITALIA CHE NON PAGA LE TASSE: NELLE CASSE DELLO STATO C’È UN BUCO DI 90 MILIARDI L’ANNO. PIÙ DELL'80% DELL'EVASIONE È PER OMESSE O INFEDELI DICHIARAZIONI. ALL’APPELLO MANCANO 28,3 MILIARDI DI IRPEF CHE I LAVORATORI AUTONOMI CONTINUANO A NON VERSARE, 25,2 MILIARDI DI IVA, 9 MILIARDI DI IRES CHE LE IMPRESE SI SONO TRATTENUTE E…

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Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per www.lastampa.it

 

evasione fiscale 2 evasione fiscale 2

L’evasione fiscale? «Cuba due o tre leggi di bilancio», segnala il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, ovvero all’incirca 90 miliardi di euro all’anno, stando alle ultime stime contenute nel Documento di economia e finanza, il famigerato Def. Mentre venerdì sera a Catania Giorgia Meloni ha definito la lotta all’evasione «un pizzo di Stato», quasi in contemporanea dal palco del festival dell’Economia di Trento Ruffini ha dato una versione diametralmente opposta del problema: l’evasione, ha spiegato, è «una tassa occulta per tutti i cittadini che fanno il loro lavoro e pagano le tasse, ed è un patrimonio. Bisogna occuparsene perché è un patrimonio che può essere rimesso in circolo per i cittadini, le imprese, per tutti, per avere più risorse in giro che Parlamento e governo potranno spendere».

 

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E dal suo punto di vista, rispetto ai contribuenti che non pagano le tasse, c’è poco da intenerirsi: l’alto tasso di evasione che si registra in Italia, dove peraltro continuano a susseguirsi mezzi condoni e rottamazioni di ogni tipo, non è legato alle difficoltà dei contribuenti: la cosiddetta evasione “per necessità” incide infatti in maniera relativa? «Più dell'80% dell'evasione è per omesse dichiarazioni o infedeli» certifica Ruffini. Meno del 20% è invece «evasione da versamento, cioè di chi è trasparente, presenta la dichiarazione ma poi non ha le risorse per fare i versamenti a tempo debito».

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Le stime del Mef citate da Ruffini portano alla luce numeri tristemente noti: l’ultima rilevazione, riferita al 2020, fissa a quota 89,8 miliardi di euro il cosiddetto tax gap ovvero la differenza tra le entrate fiscali attese e quelle effettive. Magra consolazione il fatto che tra il 2015 ed il 2017 viaggiassimo oltre quota 106 miliardi di euro e nel frattempo la perdita si sia ridotta di circa 16,3 miliardi di euro.

 

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All’appello mancano infatti ancora 28,3 miliardi di Irpef che i lavoratori autonomi continuano a non versare con una propensione all’evasione record pari al 69,7%, 25,2 miliardi di Iva (erano 39,9 nel 2015), 9 miliardi di Ires che le imprese si sono trattenute, 5,2 miliardi tra Imu e Tasi che i proprietari di immobili hanno inguattato, e poi ancora 4,5 miliardi di Irap, 3,8 di Irpef lavoro dipendente, 1,7 miliardi di accise sui prodotti energetici, 696 milioni di addizionali Irpef, ancora 248 milioni di canone Rai (ma quando non era ancora in bolletta questa voce superava quota 1 miliardo) per finire con 121 milioni di euro di imposte sulle locazioni.

agenzia delle entrate agenzia delle entrate

 

Servono risorse, per tagliare le tasse, ridurre il cuneo fiscale e quant’altro? «Ne avremmo molte di più se l’amministrazione fiscale funzionasse al meglio per recuperare l’evasione fiscale» sostiene il direttore delle Entrate. Che fornisce anche un altro dato altrettanto terribile agli occhi dei contribuenti onesti: il totale dei crediti fiscali accumulati dal 2000 al 2022 ha toccato la soglia record di 1.153 miliardi di euro.

 

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