1 - SCELTE
Jena per “la Stampa” - Aveva ragione Brecht: se il popolo non vota la sinistra si impone una scelta radicale, cioè cambiare il popolo.
2 - PD, LETTA FRENA LA CORSA ALLE AUTO-CANDIDATURE
Alessandro Di Matteo per “la Stampa”
Basta con la corsa all'auto-candidatura, Enrico Letta interviene per bloccare la pletora di aspiranti segretario Pd che si è già fatta avanti prima ancora che venga fissata la data del congresso. Una piega che ha subito preoccupato il leader democratico uscente, che ha molto apprezzato l'intervista a Romano Prodi su La Stampa e che invece non gradisce affatto l'idea di una discussione tutta centrata sui nomi e sul rapporto con il M5s. Letta sa bene che il partito vive una fase difficile e che una parte della sinistra lavora per un Pd che scarti decisamente in direzione dei 5 stelle, scelta che finirebbe per spaccare il partito. Discussione surreale, ragiona il segretario con i suoi, tanto più se si considera che «oggi Conte è progressista e domani Chissà».
PIERLUIGI BERSANI E ENRICO LETTA AL MATRIMONIO DI PAOLA DE MICHELI
Ma, appunto, in queste ore è andato in scena un dibattito che sembrava già archiviare il Pd. Le pressioni sono forti, anche dall'esterno. Il rischio, come spiega più di un dirigente del partito, è che il Pd finisca schiacciato dal centro e da sinistra, come accaduto al Partito socialista francese.
Ieri è stato Fausto Bertinotti a dire all'Agi che il Pd «è un partito liberale» e che invece «la campagna elettorale di Conte è stata portata avanti su temi di sinistra». Pier Luigi Bersani, poi, dopo avere incontrato il vice-segretario Pd Peppe Provenzano, ha sfoderato una delle sue metafore: «Non facciamoci il pane in casa per favore».
Tradotto: non basta il congresso Pd, serve una costituente della sinistra. Parole simili a quelle pronunciate da Goffredo Bettini e Andrea Orlando martedì. Una «costituente» la chiede anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore.
BERSANI SPERANZA DE MICHELI ALLA CAMERA DURANTE IL DISCORSO DI LETTA
E, appunto, la fiera delle candidature. Stefano Bonaccini, che non è ufficialmente candidato ma che sicuramente è pronto a farlo e che la sinistra del partito - ma al momento anche Dario Franceschini - vuole bloccare. Elly Schlein, che non è nemmeno iscritta al Pd, ma che una parte della sinistra - ma non Orlando - vorrebbe contrapporre al presidente dell'Emilia Romagna. E poi Paola De Micheli che vuole che il Pd recuperi «la purezza di un partito del lavoro».
E la «disponibilità» di tanti sindaci come Dario Nardella, Antonio Decaro e Matteo Ricci, secondo il quale sarebbe un grave errore «pensare che basti cambiare segretario». Quest' ultimo, peraltro, attaccato da Alessia Morani, ex deputata marchigiana non rieletta: «Molti sono responsabili della sconfitta, anche Ricci». Letta su Twitter stoppa tutti: convoca la direzione per il 6 ottobre e chiede un «percorso congressuale inclusivo e aperto che vada alla radice dei problemi e affronti le sfide che stanno di fronte alla nostra comunità.
GIUSEPPE CONTE E GOFFREDO BETTINI ALLA CAMERA ARDENTE DI DAVID SASSOLI
E per poi scegliere di conseguenza chi ci guiderà in futuro». E intanto si comincia a ragionare sui capigruppo: qualcuno parla di confermare Malpezzi e Serracchiani fino al congresso, ma l'idea non piace a tutti, anzi. Al Nazareno prendono tempo: «È prematuro».
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