Estratto dell’articolo di Andrea Ossino e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
TOMMASO E DENIS VERDINI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI
Prima regola: «Ci vuole solo grande pazienza». Seconda: «Levare per esempio tutte le documentazioni con Senato, Camera».
Terza: «Evitare di cadere in alcune sciocchezze…il famoso traffico di influenze…». Quarta: gli incontri vanno fatti «in luoghi non istituzionali o pubblici». E poi la quinta, forse la più importante: «Bisogna tirà fuori Tommaso (Verdini, ndr) da sta cosa…altrimenti portano dentro tutti e due».
Come dice Pileri nel luglio 2022, all’indomani delle perquisizioni, quando ormai è chiaro che «questa è corruzione in cambio di posti di lavoro» e allora, dice Pileri, «mi devo accollare tutto io» per salvare i Verdini.
È una sorta di vademecum del corruttore, quello che gli indagati sciorinano al telefono. Perché se l’obiettivo è quello di ottenere illecitamente informazioni sugli appalti Anas, come ipotizza la procura di Roma, non bisogna commettere errori. Specialmente se per avere quelle dritte sui bandi occorre dialogare con pezzi dello Stato e garantire ai funzionari un posto sicuro in qualche partecipata pubblica. Tanto più se la finanza sta aspettando solo che gli indagati facciano un passo falso.
Codici e suggerimenti però non hanno aiutato i soci della Inver.
Tommaso Verdini e Fabio Pileri sono finiti ai domiciliari insieme a tre imprenditori. E due ex dirigenti Anas sono stati sospesi per un anno dal servizio. Eppure già da tempo pensavano a come proteggersi dalle indagini. […]
C’era anche chi aveva invitato «Pileri ad assumere un atteggiamento prudente in quanto Chicchiani (cliente della Inver ndr) potrebbe avere avvertito gli inquirenti», si legge negli atti. Il timore è che l’imprenditore possa aver fatto un ragionamento: «Ah lo sai che c’è? Famo appuntamento così li becchiamo con le mani nel sacco». Poco importa se l’uomo abbia assicurato, a mezzo lettera, incondizionata «stima per voi, soprattutto per il babbo (Denis Verdini ndr)». Lui, Chicchiani, diceva: «Quando vedo che la situazione si calma e non c’è niente, vengo io».
Perché dopo le perquisizioni del luglio 2022 gli imprenditori hanno paura. E anche i dirigenti Anas: «Sono terrorizzati — dice Pileri — adesso non ci telefoniamo più perché sono terrorizzati…. ho incontrato Luca (Cedrone, funzionario Anas, ndr ) di nascosto e mi ha detto: “Sembra che hanno assunto in Anas 8/9 agenti provocatori”». Quindi i funzionari infedeli avrebbero detto: «Noi non vogliamo parlare più con nessuno».
Anche prima delle perquisizioni, se proprio occorre vedersi, meglio «in luoghi non istituzionali o pubblici». E così il 9 giugno, negli uffici della Inver, c’è un incontro al quale partecipa Luca Cedrone che «consapevole della illiceità degli argomenti da affrontare, chiede di attivare il disturbatore di frequenza, cosiddetto Jammer, e aggiunge di aver lasciato in bagno il proprio telefono cellulare».
Il problema è questo: ci stanno «criticità». Tommaso Verdini lo ha detto anche ad un avvocato «che le ha definite rischiose». Perché «un dirigente è evidente che ci tratta meglio il cliente perché sa che noi possiamo dargli una mano». E questa è una cosa «border», «è oltre il border».
Dunque la soluzione: «Distinguere le due cose e gestirle in modo tale che nessuno ti possa attaccare… cioè una piccola accortezza …ci ha detto di levare per esempio tutte le documentazioni con Senato, Camera, ecc».
Pileri e Verdini, nel marzo 2022, lo spiegano anche ad una ragazza appena assunta: «Evitare di cadere in alcune sciocchezze…il famoso traffico di influenze…siccome noi abbiamo a che fare soltanto con la politica e con le aziende bisogna stare attenti a come si muove». […]