Flavia Amabile per "la Stampa"
Matteo Salvini al carcere di Santa Maria Capua Vetere
I selfie, il rinfresco, i sorrisi, gli applausi. È una visita cordiale, affettuosa, quella di Matteo Salvini, leader della Lega, alla casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, dove nell' aprile del 2020 i detenuti sono stati brutalmente picchiati. È una visita priva di ogni formalità, qualcosa a metà tra un appuntamento elettorale e un incontro tra persone unite dallo stesso modo di intendere la vita.
Dieci minuti con la direttrice della casa circondariale e oltre venti nel cortile a bere qualcosa di fresco, chiacchierare con gli agenti, scattarsi i selfie di rito e scambiarsi pacche sulle spalle per confermare di essere tutti dalla stessa parte.
le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere 5
«Chi sbaglia paga, soprattutto se indossa una divisa. Questo non vuol dire però infamare e mettere a rischio la vita di 40mila donne e uomini della Polizia Penitenziaria che rendono questo Paese più sicuro. La giustizia faccia il suo corso, e se ci sono stati abusi vanno puniti. Però non accetto le minacce di morte, gli insulti e gli attacchi che stanno arrivando anche da parte dei clan della camorra.
violenze sui detenuti al carcere di santa maria capua vetere
Ringrazio tutte le forze dell' ordine per il loro lavoro, se c' è un 1 per cento che sbaglia va punito», spiega alla fine dell' incontro ai giornalisti in attesa. «Le scuse alle famiglie sono sacrosante e dovute» perché le violenze emerse nel video sono «inaccettabili». Eppure Salvini ha incontrato la direttrice e il comandante, ma non i detenuti, nonostante siano ancora lì le vittime delle violenze.
Matteo Salvini al carcere di Santa Maria Capua Vetere
«Posso decidere di incontrare chi voglio?», si difende con i cronisti. Sottolinea gli episodi di violenza che ci sono stati anche ai danni degli agenti della casa circondariale mentre alle sue spalle più volte si levano gli applausi. Salvini non perde poi l' occasione di lanciare un attacco a Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia dell' epoca. «Durante un' interrogazione disse che era tutto sotto controllo, evidentemente non tutto era sotto controllo».
misure cautelari per 52 poliziotti santa maria capua vetere
Poco prima anche Elisabetta Palmieri, la direttrice della casa circondariale, aveva accettato di rispondere alle domande dei giornalisti. Turbata, imbarazzata, con molti «non so», ha però respinto le accuse di aver partecipato alle violenze. È stata assente da marzo a giugno per motivi di salute e non sapeva nulla delle violenze. Ha definito le immagini «agghiaccianti, e non si possono giustificare, ma Santa Maria non è questa».
Quello che è la casa circondariale però lo spiega Emanuela Belcuore, garante dei detenuti della provincia di Caserta. «È stato costruito senza una rete idrica. Usciva l' acqua marrone dai rubinetti in un periodo di pandemia dove l' igiene era fondamentale. C' è una discarica a pochi chilometri da qui. E il regime di alta sicurezza sembra un carcere punitivo». O lo spiega Enza Letizia, madre di uno dei detenuti che arriva davanti al penitenziario per raccontare i suoi timori. «Ho paura, mio figlio non mi dice nulla ma avevamo saputo che c' erano state delle violenze, eravamo venuti qui a protestare. Il video ha confermato quello che temevamo».
Minacce di morte, insulti, sputi, calci e pugni. È il quadro che emerge dalla ricostruzione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere in relazione all' inchiesta sulle violenze ai danni dei detenuti della struttura del casertano.
Il provvedimento di applicazione delle misure cautelari disposto dal gip descrive le presunte azioni messe in atto dai 117 indagati (52 le misure cautelari) lo scorso 6 aprile 2020, quando gli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, assieme a due gruppi provenienti da Secondigliano e Avellino, effettuarono una perquisizione straordinaria nelle celle, per gli inquirenti violenta, seguita da presunti depistaggi.
le violenze dei poliziotti sui detenuti a santa maria capua vetere 2
«Napoletano di merda, vi dobbiamo rompere il c*lo. Ora non state nemmeno tranquilli quando dormite, vi veniamo a prendere di notte». Oppure: «Oggi appartieni a me, sono io che comando, sono io lo Stato, comando io oggi».
Sarebbero queste alcune delle frasi che diversi agenti avrebbero rivolto ai detenuti.
Diversi detenuti sarebbero stati obbligati a spogliarsi e a inginocchiarsi. E ai danni di uno di loro, riporta il provvedimento di applicazione delle misure cautelari, sarebbe stata effettuata anche una perquisizione anale con l' utilizzo di un manganello di tipo sfollagente. Davanti al carcere c' era anche una delegazione del Sappe, che rappresenta gli agenti penitenziari. Il segretario nazionale Emilio Fattorello ha definito le violenze «un' azione sfuggita di mano, come a Bolzaneto».