Lettera di S.N.
Prendiamo una sola edizione del vostro quotidiano: venerdì 23 aprile. Quel giorno su Repubblica e il Venerdì escono diversi articoli a firma di Natalia Aspesi. Su Repubblica esce Fateci leggere la vita di Roth in cui Aspesi poco sottilmente ironizza sulle allieve del biografo Blake Bailey che anni dopo parlarono delle molestie subite dal loro docente, screditandone la testimonianza anche in virtù dell' avvenenza dello stesso Bailey (la non inespugnabile teoria è che un bell' uomo non può essere un molestatore, ma, al più, molestato dalle studentesse innamorate o a caccia di privilegi).
Il tempismo di Aspesi è eccezionale, in una settimana in cui le prime pagine sono tutte dedicate al caso Grillo. Sarà piacevole per tutte le donne vittime di violenza trovare su un quotidiano nuovi spunti per coloro che screditano la loro esperienza e spiegano loro in quali tempi e con quali modi avrebbero dovuto gestire l' abuso che hanno subito.
Ma spostiamoci sul Venerdì dove Aspesi, nella sua posta del cuore, sceglie di parlare sul "caso Hunziker", minimizzando la portata del siparietto portato avanti su Striscia la notizia ai danni delle persone cinesi e asserendo che «i cinesi sono una comunità chiusa che forse ci disprezza». C' è bisogno di sottolineare le ragioni della fallacia dell'assunto?
Ma le opinioni di Aspesi sono a quanto pare, trasversali: dopo letteratura e società, girando pagina, si parla di cinema. Il suo impegno reazionario a questo punto si dipana in un pezzo dal titolo Così inclusivi, così noiosi, in cui l' argomento cardine è questo: le nuove regole "politicamente corrette" (qualunque cosa significhi) di Hollywood renderanno assolutamente noiosa l' esperienza in sala.
frances mcdormand, chloe zhao mollye asher dan janvey oscar 2021
Aspesi asserisce che quello di quest' anno è «l' ultimo Oscar ancora timidamente libero», trascurando di informarsi sul fatto che i nuovi criteri di candidatura al titolo di miglior film (e solo a quello) partiranno dal 2024 e non cambieranno di fatto praticamente nulla. Tranne che forse alcune categorie marginalizzate troveranno spazio sullo schermo e nella troupe.
L' unico film di quest' anno che Aspesi abbia gradito è Mank perché parla di un mondo che non esiste più.
Insomma il mondo della segregazione razziale, della sudditanza delle donne all' uomo, dello sciovinismo spiccio. La domanda è, avete ancora una linea editoriale? Se sì, è questa oggi la vostra linea editoriale?
Risposta di Natalia Aspesi
Cara lettrice, care colleghe, care amiche, avete perfettamente ragione, perché il presente ha sempre ragione fino a quando non diventa passato: che ai suoi tempi era nel giusto, pensate a Enrico VIII che aveva tutte le ragioni d' epoca per mozzare la testa di due mogli su sei (due cacciate, una morta di parto, l' ultima, Catherine Parr, con precedenti due mariti, finalmente vedova in tempo per un quarto sposo, era molto pia e protestante).
Ma prima di chiedere la vostra comprensione, permettetemi una sola modesta osservazione: avrei preferito che la lettera fosse inviata a me in persona, e non attraverso la segreteria del Venerdì a tutta la redazione e quindi anche al direttore, che ha la generosità o la sventatezza (si sa, un Uomo!!!) di ospitarmi (fino ad adesso, ovvio).
È la nuova richiesta della giustizia sommaria e senza processo molto apprezzata dai social: in questo caso viene non implicitamente richiesta la mia testa, che, care ragazze abbiate pazienza, rotolerà presto giù dal patibolo in ogni caso, per ragioni anagrafiche. E un solo appunto sulla linea editoriale: se c' è un quotidiano che è dalla parte delle donne credo sia proprio Repubblica, con una sua vivace parte redazionale di femminismo molto attento ad ogni fatto che limiti la libertà delle donne, la loro carriera e giustamente la loro dignità e integrità. La pecora nera sono solo io, ma spero mi consentiate, accettando le mie scuse, di dare qualche spiegazione del mio aberrante comportamento.
Cominciamo dai cinesi che nel loro immenso Paese probabilmente pensano all' Italia solo come a una microisola che compra miliardi di loro magliette: nella stupidaggine di Striscia la notizia, vedete come siamo diverse, non mi ha stupito (parola dimenticata sostituita da "esecrato") la tiratina d' occhi che è un gesto scherzoso infantile e antico, ma l' indignazione razzista di chi considera una persona con quei bellissimi tratti esotici un non bianco, non caucasico, quindi inferiore; e perciò rilevarlo è politicamente scorretto.
GERRY SCOTTI MICHELLE HUNZIKER
Spero che capiate il mio punto di vista certo arretrato ma che risale a quegli anni in cui si andava in giro col libretto rosso di Mao sognando la Rivoluzione Culturale da cui ci salvò, allora, il Pci. Quanto ai miei gusti cinematografici da troglodita, iniziati ai tempi del nazistissimo La città d' oro, mi sono abituata a giudicare un film non solo dalla trama, certo, ma anche da come ci comunica il suo senso, dagli attori, dalla regia, dal suo insieme: e Mank non racconta ma denuncia meravigliosamente gli anni di Citizen Kane (Quarto potere) e quindi le storture, il razzismo, la subalternità, lo sfruttamento.
Permettetemi di essere contraria alla cancellazione della storia, il che farebbe affogare il presente nel vuoto da cui non sapremmo difenderci. E adesso veniamo alla mia maggior bassezza morale e sociale di signora di altri tempi: osservo solo che avete minuziosamente raccolto le mie malefatte ma non avete tenuto conto dell' articolo su Grillo Beppe e Ciro Grillo, che pure incominciava dalla prima pagina, perché non rientrava nella vostra ostilità, essendo forse il più crudele su quella vergogna.
Quanto ai romanzi di Roth, alla sua vita, alle sue donne e al suo biografo, a parte la libertà di non leggerli ma anche di leggerli, perché non chiedete il rogo di romanzi scritti da nazisti, assassini, uxoricidi, terroristi, e delle loro biografie, perché non lottate contro la pornografia a disposizione anche dei bambini, perché non fate corsi per future madri di maschi affinché li educhino alla parità e non alla maschilità e scuole per attuali molestate perché la smettano di frignare su Instagram e si cerchino maschi normali che ce ne sono milioni? Certe battaglie funeree che mettono sullo stesso piano lo stupro e le molestie mi pare abbiano fermato solo le molestie ma non ancora lo stupro. Vorrei ricordarvi, naturalmente scusandomi, che in quei tempi pieni di quel futuro che non è poi arrivato io c' ero e voi ragazze brontolone no.
Io ricordo come erano i rapporti diciamo tra uomini e donne, c' erano quelli che sapevano imbelinarti e le cretinette ci cascavano per poi sentirsi dire non sono stato io. Ma non era solo violenza, o per lo meno non ci pareva: era gioco, seduzione, corteggiamento, piacere, anche sottomissione e delusione e abbandono e dolore e solitudine, ma pure lotta tra dame per la conquista del capo e spesso dell' agognata trappola matrimoniale. Allora il potere era solo degli uomini e bisognava appropriarsene nei modi consentiti alle donne, col corpo, con l' ipocrisia, con l' inganno, con l' innocenza, con le lusinghe sessuali. Pretendere che il passato sia stato come è l' oggi è ingiusto.
A voi ragazze spetta il giudizio sul presente, è vostra responsabilità impedire le molestie degli scemi con cui non dovreste accoppiarvi. Ci saranno stati, ci saranno nella vostra vita e in quella di altri milioni di donne anche uomini amabili e amanti, perché non parlate di loro? Ci dovrei scrivere un libro ma c' è già, il magnifico Questo è il piacere dell' americana Mary Gaitskill, tra l' altro tradotto in un italiano luminoso da Maurizia Balmelli: uscito negli Stati Uniti nel 2019, l' ha appena pubblicato Einaudi.
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