(ANSA) - "È nel carcere più duro del Regno Unito: la prigione di Belmarsh. Il suo caso è particolarmente pericoloso, perché è la trasformazione in caso giudiziario di un conflitto politico, ma è rinviato a giudizio per avere pubblicato documenti e aver comunicato con fonti giornalistiche. Julian è stato incriminato per aver ricevuto e pubblicato dal suolo europeo documenti segreti che il governo degli Stati Uniti non vuole vedere pubblicati. Se riconosciuto colpevole, rischia 175 anni di prigione".
stella morris con i figli di assange
A dirlo Stella Moris, compagna del fondatore di Wikileaks Julian Assange, in un'intervista a Roberto Saviano pubblicata sul Corriere della Sera. "Dopo che Julian è stato arrestato nel 2019, alcuni informatori si sono fatti avanti per denunciare come l'azienda di security (la Uc Global), che doveva proteggere l'ambasciata e Julian, aveva ricevuto pagamenti dal principale finanziatore di Trump e di Pompeo, Sheldon Adelson (ormai scomparso) e che faceva quello che diceva la Cia, all'interno dell'ambasciata dell'Ecuador - racconta Stella Moris -. Le testimonianze davanti alla Corte hanno rivelato che la Uc Global aveva discusso dei piani per avvelenare o rapire Julian.
Questa grande inchiesta di un team di giornalisti, che hanno parlato con ex o attuali funzionari dell'intelligence americana, è riuscita a confermare che la Cia stava davvero cercando di ammazzarlo nell'ambasciata. Hanno confermato che Mike Pompeo, che a quel tempo era il capo della Cia, aveva dato istruzioni alla sua agenzia di preparare "piani" o "opzioni" su come ucciderlo a Londra. Abbiamo conferme da entrambe le sponde dell'Atlantico, è stato un grande scoop".
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