Giuseppe Sarcina per corriere.it
La Cina «sarebbe disponibile a fornire armi alla Russia». Oggi, lunedì 14 marzo, il Financial Times pubblica l’indiscrezione, spiegando che l’Amministrazione americana lo avrebbe comunicato «agli alleati» in Europa.
Nei documenti giunti agli alleati non veniva specificato se la Cina avesse segnalato una disponibilità per il futuro o se avesse già iniziato a fornire supporto militare, né se la disponibilità sia stata espressa nei giorni scorsi o prima che il conflitto iniziasse.
«Se la Cina sceglierà di sostenere materialmente la Russia in questa guerra, ci saranno probabilmente conseguenze», ha detto un funzionario del ministero della Difesa al quotidiano britannico. «Abbiamo visto la Cina sostanzialmente dare il suo tacito assenso a quanto Mosca sta facendo in Ucraina rifiutando di aderire alle sanzioni, incolpando l'Occidente e gli Stati Uniti per l'assistenza che stiamo dando all'Ucraina e affermando di voler vedere un risultato pacifico — ma essenzialmente non facendo nulla per raggiungerlo».
Da una prima verifica, al Corriere risulta che la notizia sia filtrata dal governo di Boris Johnson e da lì sarebbe finita sulle pagine del quotidiano londinese. Al momento negli Stati Uniti non ci sono conferme, anche se il Pentagono e il Consigliere per la Sicurezza, Jake Sullivan, avevano rivelato pubblicamente che Vladimir Putin stesse cercando il sostegno militare di Xi Jinping.
Da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, aveva smentito: la Russia non ha chiesto aiuto né alla Cina né agli altri Paesi. Ma sono parole senza valore, visto il flusso costante di grottesche e tragiche bugie in arrivo dal vertice russo.
Da valutare, invece, la dichiarazione del portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian che ha accusato gli americani di «condurre una pericolosa campagna di disinformazione», aggiungendo: «Noi abbiamo bisogno di una soluzione diplomatica, invece di un’ulteriore escalation».
Nei giorni scorsi il portavoce dell’Ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, aveva fatto sapere di «non aver sentito nulla a proposito della richiesta dei russi».
Oggi, comunque, Sullivan ha sollevato il tema nell’incontro a Roma con il plenipotenziario della politica estera cinese Yang Jiechi.
Il Pentagono sta seguendo «con grande, grande attenzione gli sviluppi della situazione».
È chiaro che se l’informazione fosse confermata, lo scenario politico-diplomatico e militare potrebbe cambiare in maniera drammatica.
Al momento, Stati Uniti, Unione europea e Gran Bretagna hanno imposto dure sanzioni finanziarie contro Mosca, e hanno avviato la consegna di armi all'esercito ucraino perché possa difendersi dall'invasione.
La campagna russa, ormai nella terza settimana, prosegue a un ritmo più lento di quanto il Cremlino si attendesse anche a causa della strenua resistenza degli ucraini.
Secondo il Financial Times, i funzionari statunitensi «ritengono che la Cina stia cercando di aiutare la Russia mentre i suoi alti funzionari chiedono pubblicamente una soluzione diplomatica alla guerra».
L’Amministrazione di Joe Biden sta premendo da settimane per convincere Pechino ad arginare Putin. Washington alterna aperture e duri avvertimenti. Da una parte Sullivan cerca esplicitamente la sponda di Yang Jiechi; dall’altra assicura che gli Stati Uniti puniranno tutti quei Paesi che «aiuteranno la Russia ad aggirare le sanzioni economiche.
XI JINPING E VLADIMIR PUTIN boris johnson joe biden
jack sullivan YANG JIECHI BIDEN XI JINPING