Maddalena Guiotto per “la Verità”
In attesa di un vaccino e di cure specifiche, contro il dilagare dell' infezione da coronavirus non siamo proprio disarmati. Il Covid-19 è molto contagioso, ma ha sintomi diversi per intensità e gravità anche a livello respiratorio. «Lo spettro delle manifestazioni cliniche», spiega Francesco Broccolo, virologo dell' università Milano Bicocca, «va dall' essere asintomatico a un semplice raffreddamento fino a problemi respiratori anche gravi».
Circa la metà delle persone positive al tampone resta a casa in quarantena.
«Dipende dai sintomi. Nelle forme più lievi c' è rinorrea (naso che cola, ndr), un malessere generale, mal di testa, congiuntivite, lacrimazione. Il Covid-19 però dà sempre la febbre che può variare da 37,2 a 39. Ci può quindi essere il coinvolgimento del tratto respiratorio con tosse secca. In alcuni casi - circa il 15% - si presenta anche diarrea - per questo si sta sospettando che la via di trasmissione non sia solo orale, ma anche orofecale. Se l' infezione coinvolge gli alveoli polmonari, si crea una violenta infiammazione che compromette gli scambi gassosi (ossigeno-anidride carbonica, ndr) dando difficoltà di respiro, affanno (dispnea, ndr)».
CORONAVIRUS - TENDA PER ACCOGLIERE I MALATI
Come si identificano i casi sospetti?
«Il candidato al tampone deve avere almeno alcuni di questi sintomi, la dispnea e il contatto con una persona positiva. Se non c' è dispnea e non c' è contatto con un positivo non è sospetto, ma si fa una quarantena fiduciaria».
Come si curano i sintomi in casa?
«A domicilio si può usare l' antipiretico, ma solo se la temperatura è oltre i 38 gradi perché la febbre è il primo meccanismo di difesa immunitaria che serve per bloccare la replicazione del virus. Anche la tosse secca non andrebbe sedata perché aiuta a espellere il virus».
un malato di coronavirus trasportato in ospedale
Quando è necessario il ricovero?
«Se oltre ai sintomi c' è difficoltà respiratoria, si può prevedere il ricovero in un reparto di malattie infettive e, nei casi più gravi, in terapia intensiva. Va però accertato che non si tratti di panico».
Panico?
«Molti chiamano chiedendo il tampone per sintomi respiratori, ma con il triage sanitario si scopre che sono dovuti a uno stato di ansia».
Come si definisce la gravità dell' infezione?
«Dalla presenza di polmonite. La radiografia, ma soprattutto la Tac, mostrano un infiltrato infiammatorio a livello dei polmoni tipico, a vetro smerigliato, per la presenza di un essudato, un liquido interstiziale dovuto alla violenta risposta immunitaria che casa una forte infiammazione. Il virus distrugge le cellule degli alveoli polmonari nei lobi posteriori inferiori e richiama l' arrivo in massa delle cellule immunitarie per riparare il danno. Si forma così un infiltrato infiammatorio che produce un essudato a livello degli interstizi che riduce la capacità respiratoria e dà un' immagine tipica. Gli ultimi studi dimostrano che la Tac è più sensibile dei raggi X a individuare anche le fasi iniziali ».
Quali schemi terapeutici si seguono all' ospedale?
«La terapia è ossigenare il sangue con la ventilazione assistita. Diamo ossigeno perché il paziente si riprenda e si ricostruisca il tessuto polmonare per lo scambio dei gas (ossigeno-anidride carbonica, ndr). Ovviamente ci vogliono almeno due ma spesso anche quattro settimane di ricovero per riparare il danno agli alveoli».
E i farmaci?
«Non esiste un antivirale specifico per distruggere il virus, ma l' Organizzazione mondiale della sanità ha autorizzato tre farmaci: remdesivir e altri due (lopinavir e ritonavir) usati nell' Hiv».
Il virus dell' Hiv è diverso dal coronavirsu: perché usare gli stessi farmaci?
«In vitro (in test di laboratorio, ndr), si è visto che bloccano anche il coronavirus. È la stessa cosa accaduta con il remdesivir. Sviluppato con poco successo per l' ebola, ha dimostrato di inibire il coronavirus della Sars. C' è poi la clorochina, usato da 70 anni come antimalarico. Non c' entra niente con il coronavirus, ma è un immunomodulatore che, nell' artrite reumatoide, blocca una pompa cellulare che espelle i farmaci. L' uso è quindi per aumentare l' efficacia degli antivirali evitando che vengano eliminati».
ospedale REPARTO DI TERAPIA INTENSIVA coronavirus
Si usano poi i derivati del cortisone
«Possono essere impiegati perché il Covid-19 causa una distruzione del tessuto, ma anche il richiamo di liquido. Il cortisone calma, attenua questa risposta immunitaria violenta».
Quanto sono efficaci queste cure?
«Gli studi sono ancora in corso. Allo Spallanzani sono stati dati ai due cinesi gli antivirali, ma è stato dato soprattutto il supporto respiratorio. A oggi non sappiamo quale sia stata la loro reale efficacia nei pazienti che ce l' hanno fatta».
ospedale reparto di terapia intensiva coronavirus
In Cina stanno usando anche il plasma
«L' idea è di infondere gli anticorpi sviluppati da chi è guarito, ma non so quanto sia efficace in un paziente che continua a produrre virus».
L'Oms dice che ci sono 70 farmaci potenzialmente efficaci.
«Per approvare una antivirale ci vuole del tempo, come per il vaccino. Servono test di sicurezza ed efficacia che richiedono almeno un anno. La strategia in questo momento di emergenza è l' uso di farmaci che, già testati per la sicurezza sull' uomo, dimostrino una qualche efficacia in laboratorio».