Estratto dell’articolo di Sami Al-Ajrami per “la Repubblica”
Quella che stiamo vivendo da mesi è la guerra più lunga da quando Hamas governa la Striscia di Gaza. Sono quasi sei mesi che viviamo sotto le bombe e cresce la percezione che questa non è più soltanto una situazione temporanea ma una nuova condizione
[…] l’amore sembra essere tornato a farsi spazio nel dolore e in tanti, non vedendo più una fine a questa guerra, prendono decisioni.
Ultimamente mi è capitato di sentire di almeno due matrimoni di coppie fidanzate da prima della guerra che hanno voluto portare a termine la loro promessa sposandosi nella tendopoli di Rafah. La scorsa settimana a Deir al-Balah si è tenuta anche una cena di fidanzamento: i futuri sposi Mohammed, 27 anni, e Maran, 20 erano insieme da due anni ma hanno deciso di non aspettare oltre.
[…] Tornare a vivere però non significa riuscire a farlo con normalità. Uno degli aspetti che molte coppie vivono con frustrazione è quello dell’assenza di una vita sessuale. Sono pochi i privilegiati che abitano ancora nelle loro case, dove è possibile avere un’intimità; la maggioranza della popolazione è sfollata in tende dove coabitano decine di persone molto spesso divise tra uomini e donne. Così mogli e mariti dormono separati e trovare la privacy per fare l’amore è impossibile.
La maggioranza delle persone con le quali ho parlato mi racconta di averlo fatto non più di una volta dall’inizio della guerra e questo comporta anche un problema demografico che potrebbe colpire la popolazione nel post — guerra.
Molti uomini lamentano la rabbia di non avere più una vita normale fatta di intimità con le proprie mogli e chi può cerca di affittare appartamenti anche per trovarsi finalmente soli. Le case libere però sono introvabili e i prezzi dieci volte più alti del normale. Fare sesso a Gaza oggi è un privilegio riservato ai benestanti e, pur avendo le condizioni, per tanti è impossibile lasciarsi andare mentre fuori continuano a cadere le bombe.
Non bisogna dimenticare che la nostra è una comunità conservatrice che da 17 anni vive sotto il regime di Hamas che ha imposto uno stile di vita che nega l’amore fuori dal matrimonio. Parlarne per i single è un tabù, ma è evidente che tra le migliaia di persone sfollate in tanti si sono conosciuti e magari innamorati. Il problema resta quello della condivisione dell’intimità: finora queste relazioni venivano vissute segretamente grazie soprattutto a chat e social. Ora però le connessioni sono scarsissime e parlare online con una persona amata è diventato impossibile: la sfida di questi innamorati sotto le bombe è anche trovare nuovi modi per stare vicini.
rafah palestinesi in fuga SAMI AL-AJRAMI SAMI AL-AJRAMI RAFAH - STRISCIA DI GAZA