“IL FILM 'IL POSTINO' HA UCCISO MASSIMO TROISI” - NATHALY CALDONAZZO RACCONTA L'AMORE E GLI ULTIMI 2 ANNI DI VITA DELL’ATTORE SCOMPARSO NEL 1994 A CAUSA DI UN ATTACCO CARDIACO: “DURANTE L'ULTIMO VIAGGIO IN COSTA RICA DIMENTICÒ LE MEDICINE ED ERA MOLTO AFFATICATO. A HOUSTON GLI DISSERO CHE AVEVA UN CUORE DI UN SETTANTENNE, PIENO DI CICATRICI, L'OPERAZIONE NON ANDÒ BENE. DOVEVA FARE UN…” - LA FRASE DI NERUDA CHE RIPETEVA: "IL DEPRESSO E' UN PRIGIONIERO"

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Ida Di Grazia per leggo.it

 

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Tra le sorprese di questa edizione del Grande Fratello Vip c'è senza ombra di dubbio Nathaly Caldonazzo. L'attrice ha raccontato la sua storia e il suo rapporto con gli uomini, che spesso sono stati cattivi con lei. Tra loro però c'è un'eccezione ed è stato Massimo Troisi.

 

«Sono passati 28 anni - racconta emozionata la Caldonazzo - ero al ristorante con una mia amica e lui mi guardava continuamente, uscendo l'ho salutato e non se l'aspettava. Ha chiesto al proprietario come mi chiamavo, ma io all'epoca avevo un cognome diverso e quindi non mi trovava, poi il suo miglior amico si mise con la parrucchiera di mia sorella e mi invitò a prendere un caffè a casa sua. Mi aprì quest'uomo affascinante, e subito ho pensato potesse essere il mio uomo».

 

 

TROISI CALDONAZZO 19 TROISI CALDONAZZO 19

Nathaly e Massimo Troisi hanno vissuto insieme gli utlimi due anni di vita dell'attore napoletano: «Abbiamo fatto viaggi meravigliosi, poi durante l'ultimo viaggio in Costa Rica dimenticò un po' le medicine ed era molto affaticato. Io sapevo della sua malattia - spiega Nathaly - sentivo il ticchettio del suo cuore, mi raccontò che a 18 anni gli si fermò il cuore dopo una partita e il suo quartiere fece una colletta per farlo operare a Houston».

 

Le fatiche del viaggio costrinsero la coppia a volare proprio a Houston e il responso del medico non fu dei migliori: «Gli dissero che aveva un cuore di un settantenne, pieno di cicatrici e si doveva rioperare, ma l'operazione non andò bene. Rimanemmo un mese e mezzo in quell'ospedale. Io avevo 25 anni, ha avuto un infarto sotto i ferri, ma io non gliel'ho mai detto, e doveva fare un trapianto.

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Non riuscivamo mai a tornare. Dopo un mese e mezzo siamo tornati e lui ha voluto per forza fare il suo film (Il Postino ndr). Morì il 4 giugno e aveva la morte in faccia, facevo di tutto ma lui era caduto in una depressione molto forte, era difficile tirarlo fuori. Mi disse una frase di Neruda: "Il depresso è come un prigioniero con la porta aperta, io mi sento così". Mi manca come essere umano, come persona, ha sempre preso di mira se stesso e mai gli altri, non credo manchi solo a me».

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