Estratto dell’articolo di François de Tonquédec per “la Verità”
Rischiano di finire a processo Marie Therese Mukamitsindo e Liliane Murekatete, rispettivamente suocera e compagna del deputato Aboubakar Soumahoro […] L’inchiesta, emersa a fine 2022, ha avuto un’accelerazione e il 17 marzo è stato firmato dal pm Andrea D’Angeli della Procura di Latina l’avviso di conclusione delle indagini per sei persone, tra cui quattro famigliari del parlamentare.
MARIE THERESE MUKAMITSINDO, LA SUOCERA DI ABOUBAKAR SOUMAHORO
La posizione più pesante è quella della capofamiglia. Alla Mukamitsindo viene contestato per i soli anni d’imposta 2015 e 2016, di aver contabilizzato fatture per operazioni inesistenti per 2,17 milioni di euro, che avrebbero consentito alla Karibu di evadere 597.000 euro di Ires. Tutto in famiglia, visto che le fatture false sarebbero state emesse da un’altra realtà riconducibile alla famiglia: l’associazione Jambo Africa.
Negli anni successivi la contabilità creativa sarebbe proseguita, ma con importi più bassi. Nel 2017 vengono contestate fatture irregolari emesse dal Consorzio Aid Italia (anch’esso riconducibile alla famiglia della donna) per oltre 98.000 euro, nel 2018 alla stessa ditta viene contestata una sovrafatturazione di circa 6.000 euro, mentre nel 2019 la Jambo Africa avrebbe emesso a favore della Karibu fatture per 55.000 euro.
Complessivamente il valore delle fatture false utilizzate e contestate alla Mukamitsindo ammonta a più di 2,3 milioni di euro. La suocera è anche accusata per l’emissione di fatture false per un valore 70.000 euro. Pure alla moglie di Soumahoro, Liliane, è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Alla donna e al fratello Michel Rukundo i pm del capoluogo pontino contestano, in concorso con la madre, di aver utilizzato ulteriori false fatture per 55.000 euro, che avrebbe permesso un’evasione di poco più di 13.000 euro.
Liliane Murekatete con la madre, Marie Therese Mukamitsindo
Nella loro qualità di consiglieri di amministrazione della Karibu, «al fine di evadere l’imposta sui redditi e sul valore aggiunto» avrebbero indicato (o omesso «di vigilare affinché altri, e in particolare, la Mukamitsindo» lo facessero) elementi «passivi fittizi nella dichiarazione a fini Iidd (le imposte dirette) relativa all’anno 2019, utilizzando le fatture relative a operazioni inesistenti emesse dall’associazione di promozione sociale “Jambo Africa”». Dalle carte del procedimento emerge un dettaglio che riporta alla mente le parole di Soumahoro, non indagato, che in televisione aveva difeso la moglie per le foto che la ritraevano in abiti firmati, rivendicando il «diritto all’eleganza».
Diritto che, stando a quanto messo nero su bianco dal Tribunale del riesame nel febbraio scorso, qualcuno della famiglia avrebbe esercitato con i soldi delle cooperative. Nel respingere il ricorso presentato dalla Murekatete e dal figlio contro i sequestri e le misure interdittive i giudici evidenziano che la condotta contestata agli indagati «si inserisce in un sistema connotato da rilevanti opacità nella gestione dei fondi […], in parte utilizzati per scopi apparentemente estranei all’oggetto sociale», indicando tra questi, «l’acquisto di beni presso negozi di abbigliamento di lusso, tra cui Ferragamo a Roma».
MEME SULLA MOGLIE DI SOUMAHORO BY EMILIANO CARLI
[…] In una delle informative del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Latina gli investigatori annotano che «dagli accertamenti bancari è emerso che la Karibu ha disposto numerosi bonifici verso l’estero per un totale di 506.000,43 euro per la maggior parte in favore della medesima Karibu, di Marie Terese Mukamitsindo e di Richard Mutangana […] creando verosimilmente una sostanziosa disponibilità finanziaria a vantaggio degli stessi così decurtando tali somme dalla loro reale destinazione».
Come rivelato nel dicembre scorso dalla Verità, i bonifici all’estero erano stati oggetto di una segnalazione di operazione sospetta dell’Uif della Banca d’Italia. A far scattare l’allarme era stato un bonifico da 1.314.512 euro proveniente dalla Karibu e diretto su un «conto corrente intestato alla Jambo Africa». La banca che aveva trasmesso la segnalazione, rimarcava che la movimentazione da gennaio 2016 rilevava «diversi bonifici esteri (diretti, ndr) verso conti in Ruanda intestati alla Karibu Rwa».
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