Estratto dell’articolo di Flavia Amabile per “La Stampa”
Abbassare l'età per la perseguibilità penale, evitare progetti di ridimensionamento delle scuole e rivedere le misure sul sostegno alla povertà. Sono le richieste del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca al governo per evitare il ripetersi di crimini come gli stupri reiterati nei confronti delle due ragazzine del Parco Verde di Caivano.
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Il governo vuole «bonificare» l'area e promette «sicurezza» alla popolazione. È una bocciatura di quello che si è fatto finora?
«Bonificare l'area e realizzare sicurezza sono le precondizioni per un programma di rinascita. Quel pezzo di territorio è l'inferno in terra, è il luogo dove sono cresciute forme di vera e propria barbarie. Occorre rimuovere anche l'aria che respirano ai delinquenti che spacciano. È necessaria una misura forte e immediata, anche militarizzando il territorio, riconquistandolo allo Stato. Le mezze misure non servono a nulla. Occorre avere in strada, 24 ore su 24, la presenza di forze dell'ordine e dell'Esercito».
Si sente anche lei sotto accusa per quello che è diventato il Parco Verde?
«La Regione Campania deve essere ringraziata da tutti per il ruolo di supplenza avuto rispetto ad altre istituzioni competenti per territorio e per materia (servizi sociali e sicurezza), e per le cose concrete che ha fatto, dai campi sportivi ai voucher sportivi, all' apertura pomeridiana delle scuole, i seminari di musica, teatro, e artigianato, le misure di sostegno alle famiglie, il fondo di solidarietà a sostegno di donne violentate e degli orfani di femminicidio, il trasporto gratuito per gli studenti istituito da 4 anni per contrastare la dispersione scolastica».
Perché nei giorni scorsi non ha rilasciato dichiarazioni sulle violenze e ne ha parlato soltanto alla vigilia della visita di Giorgia Meloni?
«Per non associarmi alle mille espressioni di solidarietà pelosa destinate a lasciarsi dietro il nulla».
Era il 2015, in campagna elettorale, lei andò anche a Caivano a denunciare la sua indignazione per la morte di Fortuna Loffredo. Disse di non volersi rassegnare e di volersi ribellare all'idea che sia «un destino vivere con la paura addosso». Otto anni dopo la paura è ancora la vita di chi abita al Parco Verde.
«Proprio per non ripetere le liturgie inconcludenti che hanno fatto seguito alla morte della piccola Fortuna è necessario prendere oggi misure forti. Quindi bene che siamo di fronte a un problema di estrema complessità, e che non basta la repressione ma la soluzione dei problemi culturali e formativi richiede decenni. Occorre rispondere per oggi alla domanda di sicurezza, per consentire anche lo sviluppo di iniziative educative a 360 gradi».
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Alcuni degli stupratori hanno anche meno di 14 anni. C'è chi chiede punizioni esemplari comunque. Lei che ne pensa?
«[…] credo sia maturo il tempo per ragionare sul possibile abbassamento dell'età per la perseguibilità penale. Oggi un ragazzo di 16 anni è in grado di distinguere il bene e il male. È amaro dirlo. Ma un esempio repressivo è purtroppo più efficace di tante parole». […]
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