Elisa Messina per www.corriere.it
Continua a parlare la giornalista russa Marina Ovsyannikova. Del suo gesto, del suo stato d’animo attuale, anche della famiglia che non la supporta. La redattrice della tv russa che ha contestato l’invasione dell’Ucraina in diretta, durante il tg serale più seguito con un cartello in cui diceva «fermate la guerra, qui vi stanno mentendo», continua a far sentire la sua voce attraverso le testate occidentali e rilanciata da Telegram.
Consapevole che niente è più pericoloso del silenzio e dell’isolamento mediatico quando si è responsabili del più eclatante gesto di dissenso a Putin e alla sua informazione imbavagliata da quando è iniziata la guerra. E che quella multa di 30mila rubli (circa 250 euro) comminatale per aver organizzato «un’iniziativa pubblica non autorizzata» non è davvero niente rispetto a quello che potrebbe capitarle.
«Tutto può succedere: un incidente d’auto, tutto quello che vogliono. Ne sono consapevole e devo fare attenzione. Ma ormai ho già superato il punto di non ritorno. Ora posso parlare apertamente e pubblicamente» ha detto ieri in un’intervista all’edizione internazionale online del magazine tedesco Spiegel. Intervista in cui ha ribadito di non voler lasciare il paese: «Sono una patriota». Anche se al momento non vive più nella sua casa di Mosca ma è nascosta presso amici: «Prendo tranquillanti. La mia vita è cambiata per sempre e sto appena iniziando a capirlo». Adesso Marina Ovsyannikova è sola davvero.
Le ore passate in Tribunale dopo la sua apparizione in tv sono state solo il primo passo. «Ho sentito che rappresentanti di alto rango della leadership hanno chiesto l’avvio di un procedimento penale contro di me» ha detto Ovsyannikova aggiungendo che, oltre alla multa, non le hanno imposto i canonici 15 giorni di reclusione solo perché ha figli minori: «Altrimenti sarei seduta in una cella come tante altre». Marina ha due figli di 11 e 17 anni che sono al sicuro a Mosca. Suo marito (o ex marito, ma lei non ne fa mai parola), è il direttore del network televisivo Rt.
Quello di Marina Ovsyannikova è un isolamento doloroso non solo per motivi politici: il suo gesto non è stato capito in famiglia: «Mia madre è ancora sotto shock, è completamente esausta. Mio figlio è stato molto colpito da tutto questo, sta attraversando una fase difficile alla sua età, comunque. Mi ha accusato di aver distrutto tutte le nostre vite. Ne parliamo tra noi, ma è difficile». Difficile perché i fronti psicologici sono due: «La mia famiglia che non mi sta davvero supportando. A ciò si aggiunge l’opinione pubblica ufficiale, che è contro di me».
Una precisazione a cui lei tiene: non è stata Channel One a licenziarla, l’emittente per cui lavorava con successo dal 2003: «Sono stata io a dare le dimissioni in disaccordo con la politica del canale». Differenza che ha un valore per lei. Negli anni precedenti Marina non aveva mai assunto posizioni politiche e non partecipava alle proteste: «Chiamatela una dissonanza cognitiva che ho represso a lungo» dice lei adesso ricordando come le limitazioni alle libertà e il bavaglio alla stampa nel Paese sono progressivamente aumentate nel tempo mentre in lei cresceva qualcosa di sopito. Qualcosa che ha sorpreso tutti: «L’inizio della guerra contro l’Ucraina è stato per me un punto di non ritorno. Nessuno - né io, né i miei amici o la mia famiglia se lo aspettavano».
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