Estratto dell'articolo di Felice Cavallaro per www.corriere.it
Alla professoressa d’italiano che allo Scientifico seguì per qualche tempo la figlia di Messina Denaro arriva l’esplicito invito di un avvocato «ad astenersi dalla smania di apparire su giornali e tv». Da una parte Fabiana «Bia» Cusumano, scrittrice e direttrice di un festival letterario a Castelvetrano, pronta a indicare Lorenza Alagna, la figlia del boss, come un modello per non avere seguito le orme paterne, per avere deciso alla maggiore età di vivere con la madre fuori dalla casa delle sorelle del capomafia. Dall’altra l’avvocato Franco Lo Sciuto, pronto a ribadire che «la sfera del rapporto padre-figlia è intangibile e insindacabile».
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Un invito al silenzio, professoressa.
«Noi soffochiamo nel silenzio di questo pezzo di Sicilia dove Messina Denaro trovava complicità diffuse. E nessuno mi farà tacere davanti ai ragazzi di oggi se mi permetto di indicare nel travaglio di Lorenza e nelle scelte di sua madre un fatto positivo. Non è più tempo di assuefazione e rassegnazione, nemmeno in casa del boss».
Contestano che sia stato attribuito a Lorenza, oggi 26enne e madre di un bimbo di 18 mesi, di avere rinnegato il padre.
«Io non l’ho mai detto. Ho invece apprezzato il fatto che Lorenza non abbia mai avuto rapporti con lui, nonostante vivesse questo disagio e il dolore nel sapere chi fosse. […]»
Lei ha avuto con Lorenza contatti da supplente, solo per un mese?
«È stata una frequentazione intensa con lei e con il cugino Francesco Panicola, altro ragazzo d’oro. Entrambi assenti durante una giornata dedicata all’antimafia, il preside li redarguì. Io parlai con loro cercando di capirne il tormento, un vissuto traumatico. E si aprirono. Utile per alimentare ancora oggi un dibattito in classe, per scuotere i giovani in questa soffocante Castelvetrano».
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«Una ragazza studiosa, attenta in classe, ben educata, forte e determinata. Lei stessa una volta mi disse: “Per voi può essere uno stragista, un criminale, un super boss. Per me resta mio padre”. Ho capito tutto il suo dolore. Consapevole di essere figlia di un boss, ma attraversata dall’amore imprescindibile per un genitore, chiunque esso sia, anche un mafioso».
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