“NON SONO SPIETATO, LA GENTE MI ADORA” - PARLA IL CAPOTRENO ZELANTE, IL 61ENNE FRANCESCO BONANNO, RIAMMESSO AL LAVORO DA TRENITALIA DOPO UN LICENZIAMENTO PARADOSSALE NEL 2017: ERA STATO ACCUSATO DI AVER COMPIUTO 175 ERRORI NEL CONTROLLO DEI BIGLIETTI, MA SOLO PERCHÉ AVEVA FATTO 5 MILA MULTE IN DUE ANNI, UN RECORD - “I PASSEGGERI CAPISCONO CHE IO MI DO DA FARE PER EVITARE UN’INGIUSTIZIA. ANCHE SE UNA VOLTA UNA SIGNORA COL CANE SENZA MUSERUOLA MI AGGREDÌ. I COLLEGHI? ALCUNI DICONO CHE SONO TROPPO RIGIDO E SPARLANO ALLE MIE SPALLE…”

-

Condividi questo articolo


Andrea Priante per il “Corriere della Sera

 

Sta lavorando?

IL CAPOTRENO DI TRENITALIA FRANCESCO BONANNO 1 IL CAPOTRENO DI TRENITALIA FRANCESCO BONANNO 1

«Ovvio, ho iniziato all'alba. Adesso il treno è fermo a Bologna e ho un'ora di pausa prima di ricominciare».

 

Dica la verità, quante multe ha fatto oggi?

«Ancora nessuna, lo giuro».

 

Francesco Bonanno, 61 anni, origini siciliane e veneziano (di Jesolo) d'adozione, è il capotreno che nel gennaio del 2017 fu licenziato «per giusta causa» da Trenitalia che gli contestava di aver compiuto 175 errori nell'emissione dei titoli di viaggio destinati ad altrettanti passeggeri che aveva «pizzicato» a viaggiare a sbafo perché sprovvisti di biglietto oppure con un ticket non timbrato o non corretto per quella tratta.

 

CONTROLLORI TRENITALIA CONTROLLORI TRENITALIA

Lui ha fatto causa all'azienda spiegando ai giudici che quelle infrazioni rappresentavano il 3,5% delle migliaia di multe che aveva fatto in quegli ultimi due anni. Un record.

 

Tutti i tribunali gli hanno dato ragione e nei giorni scorsi la Cassazione ha chiuso il caso annullando il licenziamento. Nelle sentenze i giudici lo descrivono come un controllore di «zelo non comune, inflessibile ed estremamente puntiglioso nell'elevare contravvenzioni», un pubblico ufficiale dotato di una «intransigenza zelante».

 

CONTROLLORI TRENITALIA CONTROLLORI TRENITALIA

Le infrazioni? Non certo compiute «con finalità esclusive di lucro né in mala fede contro l'azienda». Anzi, gli «errori nello svolgimento dell'attività di controllo» sono da considerarsi «un effetto indiretto dell'eccesso di zelo».

 

Il suo avvocato, Lucio Spampatti, ancora non ci crede: «Non avevo mai visto licenziare un dipendente perché lavora troppo. Una storia paradossale, considerando che stiamo parlando di un capotreno che, a furia di scoprire viaggiatori irregolari, ha fatto guadagnare a Trenitalia oltre 200 mila euro».

 

IL CAPOTRENO DI TRENITALIA FRANCESCO BONANNO 2 IL CAPOTRENO DI TRENITALIA FRANCESCO BONANNO 2

Bonanno da un paio d'anni (dopo che anche la corte d'Appello di Venezia gli aveva dato ragione) è tornato al suo posto.

 

«È la fine di un incubo», racconta. «Fin dall'inizio il giudice del lavoro mi aveva dato ragione e l'azienda mi aveva reintegrato senza riassumermi: sono rimasto a casa per un anno e mezzo percependo lo stipendio senza lavorare. Per me non era una questione di soldi: volevo tornare a indossare la mia divisa. Amo questo mestiere e ho grande rispetto per Trenitalia. Provengo da una famiglia di ferrovieri e fin da bambino sognavo di trascorrere la mia giornata andando su e giù per i vagoni».

 

C'è riuscito.

«Trentotto anni di carriera. Chiudere con l'onta di un licenziamento sarebbe stato orribile».

 

CONTROLLORE TRENITALIA CONTROLLORE TRENITALIA

Per i giudici lei è «inflessibile e puntiglioso». Ma quante multe ha fatto?

«Nel biennio preso in esame da Trenitalia oltre 5 mila».

 

Allora  lo vede che hanno ragione? È spietato...

«Macché, lo chieda ai miei figli: in famiglia sono fin troppo accomodante. Non sono un cacciatore di taglie, ma sul lavoro ci vuole rigore, devo impegnarmi affinché tutti i passeggeri viaggino con regolare biglietto. Non sono mai autoritario né prepotente, è una questione di civiltà».

 

È lo spauracchio dei passeggeri...

«Al contrario, mi adorano. Perché i "furbetti" sono una minima parte. La quasi totalità degli italiani paga il biglietto e mal sopporta l'idea che ci sia chi gode dello stesso servizio senza sborsare un soldo. I passeggeri capiscono che io e i miei colleghi ci diamo da fare per evitare un'ingiustizia. Le dirò di più: la gran parte dei multati mi dice "so che sta facendo il suo lavoro". Ecco, è il mio lavoro. Poi, certo, a volte qualcuno dà i numeri».

 

Cosa le è capitato?

frecciarossa covid frecciarossa covid

«Qualche anno fa, a Vicenza, ho trovato una signora che viaggiava sprovvista di biglietto e con il cane senza museruola. Quando ha capito che l'avrei fatta scendere alla fermata successiva è andata su tutte le furie e mi ha aggredito. Cose che capitano».

 

I colleghi cosa pensano del suo record di «produttività»?

«Molti mi hanno espresso solidarietà. Ma c'è anche qualcuno che non sopporta il mio modo di lavorare, mi accusano di essere troppo rigido, sparlano alle mie spalle. Io però vado dritto per la mia strada: sui treni viaggia soltanto chi ha il biglietto».

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)

DAGOREPORT - MILANO BANCARIA IN ALLARME ROSSO PER L’ACQUISIZIONE DAL MEF DEL 15% DI MONTE DEI PASCHI, DA PARTE DI UNA CORDATA FORMATA DA CALTAGIRONE E MILLERI (DELFIN-DEL VECCHIO) IN COMUNITÀ DI AMOROSI INTENTI CON GIUSEPPE CASTAGNA, PATRON DI BPM - CON LA FUTURA FUSIONE BPM-MPS NASCERÀ IL TERZO POLO FINANZIARIO, A FIANCO DI INTESA E UNICREDIT - NON SOLO: IN UNO SCENARIO FUTURIBILE, POTREBBE ACCADERE CHE CALTA E MILLERI, UNA VOLTA CEDUTE A BPM LE LORO AZIONI (27,57%) DI MEDIOBANCA, RIESCANO A CONVINCERE CASTAGNA A PORTARE BPM-MPS ALLA CONQUISTA DI MEDIOBANCA…