“NON VOGLIAMO CHE CI SIANO DELLE RELIGIOSE CHE FANNO PARTE DI QUELLA SQUADRA” – DON FLAVIO BEGLIATTI, VICARIO GENERALE A MONDOVÌ, FERMA LA CONVOCAZIONE DI UNA DELLE SUORE DELLA SUA DIOCESI NELLA NAZIONALE DELLE “SISTERS” – MORENO BUCCIANTI, L’ALLENATORE DELLA SQUADRA: “NON È FACILE FAR QUADRARE TUTTO, A VOLTE CI SONO DELLE DINAMICHE COMPLICATE DA GESTIRE...”

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Leonardo Di Paco per "la Stampa"

 

«Ho parlato poco fa con il vicario della diocesi, non è d'accordo. Vi seguirò da lontano, buon tutto». Non importa se il fine è nobile, il calcio non è roba per religiose. Suor Lidia, consacrata diocesana che opera in una casa di accoglienza nelle campagne cuneesi, lo ha scoperto sulla propria pelle. E ieri ha dovuto rinunciare alla chiamata di mister Moreno Buccianti, l'allenatore della nazionale italiana suore, e mettere la parola "fine" a un sogno inseguito a lungo. 

 

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Per lei non ci sarà nessun debutto: le «Sisters» che dovranno fare a meno del suo talento. Le ragioni del passo indietro di suor Lidia dalla neonata nazionale delle suore (il primo raduno risale alla scorsa estate) portano dritti alla diocesi di Mondovì, i cui vertici si sono a mettersi di traverso venuti a sapere della convocazione della sorella. «Suor Lidia aveva saputo della nazionale delle Sisters e si era fatta avanti chiedendo di avvicinarsi alla nostra realtà affiliata alla Lazio», racconta Buccianti, ex calciatore e già fondatore, nel 2005, della nazionale di calcio dei sacerdoti. 

 

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«Abbiamo parlato al telefono in diverse occasioni, eravamo d'accordo di vederci di persona al prossimo evento che stiamo organizzando in Toscana. La realtà delle Sisters è in crescita, siamo sempre alla ricerca di nuove sorelle per allargare il gruppo». Così la giovane religiosa era stata inserita nel gruppo Whatsapp della nazionale dove aveva già iniziato a prendere confidenza con le sue nuove compagne. «La vedevo carica, motivata. Poi però ci ha fatto sapere che non se ne farà più niente, che dovrà seguirci da lontano». 

 

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Le ragioni dello stop vanno chieste a don Flavio Begliatti, 61 anni, dal 2018 vicario generale della diocesi di Mondovì, una delle più estese del Piemonte con quasi 200 parrocchie. Interpellato, prima minimizza: «Non mi sembra niente di strano, esistono anche tanti preti appassionati di calcio o che, addirittura, giocano». Se però si parla di suore che vogliono indossare scarpette e parastinchi l'atteggiamento cambia: «Non è nostra intenzione proseguire su quella linea, non vogliamo che ci siano delle religiose che fanno parte di quella squadra. Certo non sono decisioni che possono essere prese così». 

 

Buccianti, che nel 2018 riuscì a organizzare il primo e unico campionato europeo per nazionali di sacerdoti in piazza San Pietro, non si scompone: «Ovviamente mi dispiace quando accadono certe cose, anche perché questa esperienza con le Sisters è meravigliosa». Dovendosi rapportare con il mondo religioso «non è facile far quadrare tutto, a volte ci sono delle dinamiche complicate da gestire». 

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Ma l'obiettivo di tutte le suore che fanno parte della squadra è semplice. «Utilizzare il calcio per avvicinare i ragazzi allo sport, rilanciare la vita parrocchiale, e trasmettere dei messaggi positivi». Quanto a suor Lidia - incassato lo stop dei vertici della diocesi - ha abbandonato il suo sogno dedicandosi anima e corpo - come fa da anni - alla comunità, in cui opera, per donne vittime della tratta. E a chi le chiedeva dello stop si è limitata a dire di avere grande stima per don Begliatti e di aver accettato la decisione della diocesi senza protestare.

 

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