“NON VOGLIAMO LESBICHE IN SQUADRA” - GLI ISLAMISTI E GLI IMAM TURCHI SI SCAGLIANO CONTRO LA PALLAVOLISTA EBRAR KARAKURT, STELLA DELLA NAZIONALE CHE HA APPENA VINTO GLI EUROPEI CONTRO LA SERBIA – L’ATLETA, CHE NON HA MAI FATTO DICHIARAZIONI PUBBLICHE SUL SUO ORIENTAMENTO SESSUALE, È STATA PRESA DI MIRA PER UN ABBRACCIO A UNA COMPAGNA DOPO LA FINALE VINTA E PER ALCUNE FOTO CHE LA RITRAGGONO IN COMPAGNIA DI RAGAZZE – LEI NON SI SCOPONE E USA L’IRONIA PER SMONTARE LA CAMPAGNA D’ODIO...

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Estratto dell’articolo di Gabriella Colarusso per www.repubblica.it

 

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[…] Ebrar Karakurt sta mostrando ai turchi come vincere e dissentire, […] La stella della pallavolo è finita sotto il fuoco degli islamisti e di alcuni imam dopo la spettacolare vittoria della nazionale, allenata dall’italiano Daniele Santarelli, agli europei contro la Serbia […] per via del suo orientamento sessuale. «Non vogliamo lesbiche», hanno scritto alcuni utenti in Rete, rilanciati e condivisi da politici conservatori. Karakurt in realtà non ha mai fatto dichiarazioni pubbliche sul suo orientamento sessuale, ma è stata più volte presa di mira con commenti, accuse ed editoriali omofobi, anche quando qualche tempo fa condivise alcune sue foto in compagnia di una ragazza.

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Il quotidiano islamista e filogovernativo Yeni Akit a luglio la definì una “vergogna nazionale”. Lei non si scompose, e usò l’ironia per smontare la propaganda, come ha fatto dopo il match con la Serbia. […]  

 

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 Contro le giocatrici si è scagliato anche un imam di Istanbul che le ha definite “infedeli”: troppi shorts, troppi abbracci. Dopo la vittoria agli europei Karakurt ha preso in braccio la compagna di squadra Melissa Vargas, finita anche lei nel mirino degli anti-Lgbt: «Questa non è la prima finale che giochiamo, né la prima guerra psicologica che affrontiamo», ha commentato.

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L’immagine ha galvanizzato la società civile laica, e la comunità Lgbt sottoposta a una dura campagna discriminatoria in Turchia che lo stesso presidente Erdogan alimenta parlando di “pervertiti” che minacciano la famiglia tradizionale. Due giorni fa, all’Onu, Erdogan si è lamentato: «Uno dei problemi che mi preoccupa di più... è che quando si entra alle Nazioni Unite, si vedono i colori Lgbt sui gradini e in altri luoghi». Alcuni diplomatici gli hanno fatto notare che quella non era una bandiera arcobaleno, ma i 17 colori dello Sviluppo sostenibile.

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