Giusi Fasano per www.corriere.it
Incertezza. Confusione. Panico. All’ora di cena telegiornali, siti e agenzie di stampa servono in tavola la bozza del nuovo decreto anti-virus e nel giro di pochi minuti da un capo all’altro del Paese tira aria di smarrimento. È stata la notte della grande indecisione. E delle domande. Sono fuori città per il weekend, come faccio a rientrare a casa? Se mi metto in macchina adesso e corro a Milano mi fanno passare? Che cosa vuol dire «solo spostamenti motivati da esigenze indifferibili»? Mia figlia è all’estero, potrà rientrare?
E se la lascio dai nonni e poi le viene il coronavirus, posso andare da lei? Mille punti di domanda e dalle fonti ufficiali nessuna risposta definitiva. La parola «bozza» non autorizza certezze ma nessuno si illude che la versione definitiva sia tanto lontana da quella provvisoria. E così parte la corsa alle soluzioni impossibili, alle telefonate, alla ricerca di una via d’uscita per chi di ritrova nel bel mezzo del problema.
Coronavirus - stazione di Milano
Il manager con la moglie e i figli altrove
Laurent Negrin, per esempio. Ha 51 anni, manager di una società che si occupa di abbigliamento di lusso, a Fiesole. «Nei giorni scorsi, visto la malparata nella zona del Bergamasco dove vivono le mie due figlie con la mia ex moglie, ho proposto a lei di farle venire qui da me per sicurezza. Domani (oggi, ndr) era previsto che rientrassero. E adesso che faccio? Giuro che non l’ho capito». Giulio Negretti, preparatore atletico di Milano, è invece preoccupato per sua sorella Martina. «È a Valencia per una piccola vacanza che era il regalo di Natale del suo fidanzato. Dovrebbe tornare domani sera (sempre oggi,ndr) ma adesso salta fuori tutto questo... Mia madre sta cercando di chiamarla. Spero che nessuno faccia problemi, sarebbe assurdo bloccare una persona all’estero».
traffico a milano prima e dopo il coronavirus
«Voglio recuperare la mia gattina»
Via Twitter la chiusura della Lombardia e delle altre 11 province diventa un fiume in piena di allarme e preoccupazione. «Non riesco a respirare. Le notizie che arrivano sono allucinanti, io non capisco. Mi gira la testa. La Lombardia tutta verrà isolata. Sto piangendo» digita fra le prime dal suo account una ragazza che si firma @LelaDipi. Antonio Pessina, invece, descrive un puzzle complicatissimo. Dice che «Adesso sono dai miei figli a Parma, Ho la residenza in provincia di Mantova e temporaneamente risiedo a Verona per motivi di lavoro. Non so che c... fare. Spero solo di riuscire a recuperare la mia gattina che è sola a Verona».
DONNA CON LA MASCHERINA A MILANO
Gli «indifferibili motivi»
Elisabetta Aldrovandi è un’avvocatessa a Modena ma è anche garante per la tutela delle vittime di reato della Lombardia, dove lavora uno o due giorni alla settimana. «Io non capisco se potrò mettere piede in Regione. Mi chiedo quali sono questi “indifferibili motivi” per lasciar passare le persone e poi leggo che anche nelle zone rosse non ci si può spostare. Ma nel mio Comune non c’è un solo contagiato... Davvero vale anche lì una misura così drastica? Le faccio anche l’esempio di mia sorella: lei fa la dirigente, vive a Modena ma lavora Rimini. Come farà per spostarsi ogni giorno e andare a lavorare, ammesso che si possa farlo: si porta appresso la busta paga per dimostrare che va davvero a lavorare in un’azienda fuori regione?»
Il controllo agli accessi e alle uscite
smog a milano prima e dopo il coronavirus
Di nuovo Twitter: Giuseppe Spedalotto scrive direttamente a chi pensa possa rispondergli. Domanda: «Mia cognata ha un Flixbus Bergamo-Orio al Serio/Torino domani (oggi, ndr) alle 12. Cosa cambia con il nuovo decreto sulle zone rosse?» La risposta è veloce ma non scioglie il nodo. FlixBus.it gli dice che «tutti i cambiamenti sulla tratta verranno comunicati via sms e/o email». Giovanni Maria Soldi, avvocato milanese, è in pensiero per la sua bambina che vive con sua madre a Torino.
milano bloccata emergenza coronavirus 6
«Potrò andare da lei? Ci sono i videomessaggi, è vero. Ma se la situazione si prolunga o peggiora? Io sono molto preoccupato. Un provedimento così mi fa pensare che la situazione sia gravissima e poi mi domando anche: ma come faranno a controllare tutti gli accessi e le uscite? E come fanno con le autostrade?». Non c’è casa italiana nella quale fra ieri sera e stamane all’alba il telefono non abbia squillato almeno una volta per commentare o capire di più sulle nuove decisioni anti-virus. Ogni volta la domanda di partenza è stata la stessa: «e adesso?».