Simone Dinelli per www.corriere.it
Avrebbe dovuto sottoporsi al vaccino anti covid fra pochi giorni, alla fine di agosto, ma purtroppo non ha fatto in tempo. Una complicazione cardiorespiratoria le ha tolto la vita il giorno di Ferragosto, gettando familiari e amici nello sconforto.
E a 48 ore di distanza dalla morte di Katia Lamberti — imprenditrice di 30 anni compiuti lo scorso giugno e titolare di una pizzeria a Torre del Lago risultata pochi giorni prima positiva al Covid — il padre Alfonso lancia un appello ai giovani e dice loro «Vaccinatevi, perché è importante. Mia figlia era preoccupata quando toccavamo l’argomento vaccino, ma non abbiate dubbi».
Una tragedia con diversi aspetti ancora da chiarire e sui quali il papà di Katia annuncia di essersi già rivolto a un legale di fiducia: «Vogliamo sapere la verità — dice —: se c’era la possibilità di salvarla, ditemi voi come si possa continuare a vivere».
Nel mirino dei genitori ci sono in particolare un paio di aspetti: in primo luogo le modalità di soccorso per Katia nel momento in cui — nel primo pomeriggio di domenica — ha perso conoscenza, senza più riprenderla. Emanuele, il compagno della giovane, ha chiamato il 118, ma vedendo tardare l’arrivo della ambulanza, ha deciso senza esitazioni di caricarla in macchina sino alla locale Misericordia: «Qua — racconta ai microfoni del Tg3 Toscana — ci hanno detto, con Katia svenuta nell’auto, che si dovevano vestire. Allora ho riflettuto e mi sono detto: non c’è più tempo. Ho messo la retromarcia e l’ho portata sino in ospedale, dove è arrivata ancora viva. Poi è andata in arresto cardiorespiratorio».
Una circostanza — questa dell’arrivo della ragazza su un mezzo privato — confermata anche da fonti ufficiali della Asl. «Ai ragazzi — aggiunge Emanuele, in linea con il padre di Katia — dico: vaccinatevi».
Nel mirino della famiglia Lamberti però c’è anche quella che viene definita una «scarsa attenzione» da parte dei sanitari nelle ore precedenti la tragedia: Katia accusava infatti da un paio di giorni febbre e alcuni disturbi respiratori catalogati dalla Asl come «minori», di cui erano a conoscenza anche il medico di base e l’unità speciale di continuità assistenziale. «Mia figlia — sottolinea papà Alfonso — peggiorava a vista d’occhio, ma dicevano che non fosse niente di preoccupante».
«A chi abbia contratto il Covid — rincara Emanuele, anche lui positivo — e si trovi a casa, vanno garantiti aiuti maggiori. È giusto che non si affollino gli ospedali, ma se una persona chiama per chiedere aiuto, ci deve essere qualcuno competente che viene e decide il da farsi». Circa un mese fa Katia si era sottoposta ad un intervento di chirurgia estetica a Firenze: oggi papà Alfonso ripensa a quei momenti e si interroga se possa esserci qualche correlazione con la tragedia di Ferragosto: «Anche su questo aspetto — chiude — chiediamo che venga fatta la massima chiarezza». Ieri intanto si è svolta l’autopsia richiesta dai medici dell’ospedale Versilia, al termine della quale il corpo è stato riconsegnato alla famiglia: domani alle 10 nella chiesa San Giuseppe di Torre del Lago si svolgeranno i funerali.
La raccolta fondi
Nel frattempo Alberto Mugnaini, cugino del compagno di Katia, lancia un appello tramite la sua pagina Facebook: «Sino alla fine – si legge nel posto – Katia ha deciso di pensare agli altri invece che a se stessa. Voleva aiutare fortemente i più bisognosi e amava i cani in loro vedeva quella purezza che spesso manca nelle persone. Quindi prego chiunque voglia omaggiare Katia in questi giorni di fare una donazione in sua memoria alla Lida sezione Versilia, associazione onlus che lotta per gli animali in difficoltà. Il codice Iban è il seguente: IT18T0103070170000001093147».