Paolo Vercesi per il “Corriere della Sera”
«I primi due colpi di pistola me li ha sparati in faccia guardandomi negli occhi e non so come io sia riuscito a schivarli. Quando mi sono ritrovato a terra mi ha colpito due volte alla schiena lasciandomi nelle condizioni in cui mi trovo adesso. Ha sparato per uccidere e sono vivo per miracolo». Yelfry Guzman racconta da un letto della Neurochirurgia dell'ospedale di Pescara dettagli finora sconosciuti dell'aggressione di cui è rimasto vittima in un ristobar di Pescara.
Ricostruzione che il ferito ha fatto con il suo legale, l'avvocato Piero Bisceglie, e ha ribadito al pm Fabiana Rapino che ha raccolto la sua testimonianza. Il primo colpo lo ha ferito di striscio alla testa; il secondo lo ha colpito al collo. Finito a terra dietro al bancone, tra le urla della collega Martina terrorizzata, il ragazzo è stato centrato alla schiena da altri due colpi e uno gli ha danneggiato il midollo: non muove le gambe, Yelfry, ma sta recuperando un briciolo di sensibilità che lascia ben sperare i medici.
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IL FATTO Guzman, 23enne di origine dominicana, stava cucinando arrosticini (spiedini di carne di pecora) al ristobar Casa Rustì in pieno centro a Pescara quando si è trovato a fronteggiare la folle reazione di Federico Pecorale, 29enne di origini abruzzesi ma residente a Losanna, in Svizzera. Già nei due giorni precedenti l'uomo aveva pranzato in quel locale sotto i portici di piazza della Rinascita. «Un cliente normale, abbiamo scambiato qualche parola» ha raccontato Yelfry. Poi è accaduto l'imponderabile, con i cinque colpi di pistola sparati al cuoco dal cliente fuori di sè. «Tutto per colpa della salatura degli arrosticini» ha detto il ragazzo ferito, confermando il banalissimo movente.
Tutta la sequenza è stata ripresa dall'impianto di videosorveglianza del locale e secondo l'avvocato Bisceglie, anche in risposta all'ipotesi formulata dalla difesa di Pecorale, «prima degli spari non c'è stato nessun atto provocatorio di Yelfry a scatenare quell'azione, se non gli arrosticini battuti sul bancone per eliminare il sale di troppo cui sono seguite altre proteste di Pecorale perché secondo lui erano stati cotti male». Il legale di Pecorale, avvocato Florenzo Coletti, chiederà una perizia psichiatrica per il suo assistito.
Yelfry con mamma Melani, la sorella Meliza e il fratello Francisco: «Non cerchiamo vendetta, ma giustizia: quell'uomo dovrà pagare» hanno detto. L'avvocato Bisceglie potrebbe chiedere il sequestro di beni patrimoniali dello sparatore: «Se Pecorale aveva problemi mentali doveva esserci qualcuno a sua tutela - ha detto l'avvocato -. In ogni caso agirò di concerto con il pm. Siamo consapevoli che questo dramma ha distrutto due famiglie e per fortuna non è finito in tragedia».
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