Una nuova scritta contro il neo presidente del Senato, Ignazio La Russa, è comparsa nella notte tra sabato 15 e domenica 16 ottobre. Dopo la stella a cinque punte fatta con lo spray sulla sede locale di Fdi nel quartiere della Garbatella e lo striscione al Colosseo, stavolta sono state imbrattate le mura dell'Acquedotto Alessandrino, nel tratto che attraversa il parco Sangalli, dove si legge – scritta con lo spray nero – la frase «La Russa boia speriamo che tu muoia», siglata con la A cerchiata, simbolo degli anarchici.
ROMA - ACQUEDOTTO ALESSANDRINO - SCRITTE CONTRO IGNAZIO LA RUSSA
È quanto si apprende da fonti investigative, informate dalle istituzioni locali. La reazione scomposta della sinstra extraparlamentare continua quindi a farsi sentire contro un elezione molto discussa, ma che ha avuto anche l’appoggio di qualche membro dell’opposizione vista l’assenza di Forza Italia in aula al momento del voto.
Dopo che la maggioranza aveva accusato l’opposizione di aver creato un clima d’odio intorno alle candidature per la presidenza delle Camere, ecco ripresentarsi un altro simbolo del dissenso nei confronti del passato missino e apertamente nostalgico del fascismo da parte di La Russa.
Nella giornata di ieri lo striscione apparso al Colosseo, dove il nome il nome del nuovo presidente del Senato appariva capovolto a testa in giù, era stato rivendicato dall’organizzazione giovanile comunista, Cambiare Rotta, la scritta odierna non ha avuto rivendicazioni. Cambiare Rotta nella giornata di ieri aveva definito, inoltre, «inaccettabile la solidarietà del centro sinistra nei confronti di La Russa».
ROMA - GARBATELLA - SCRITTE CONTRO LA IGNAZIO LA RUSSA
A sostegno del neo eletto titolare di Palazzo Madama è andato anche un suo compagno di partito ed ex Presidente del Senato: Marcello Pera. Il senatore di FdI ha detto: «Il presidente Ignazio La Russa appena eletto ha fatto un discorso di alto profilo. La sinistra dovrebbe raccogliere quelle sagge parole per costruire un clima collaborativo.
Invece si è lanciata in una campagna di delegittimazione del tutto inaccettabile, che ha esteso anche al neo-presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Enrico Letta, attaccando i due presidenti all'estero, non solo ha mostrato mancanza di rispetto delle istituzioni, ma totale disprezzo per l'immagine dell'Italia.
Neppure l'insuccesso della sua campagna elettorale gli ha insegnato che perseguire il proprio tornaconto a scapito dell'interesse del Paese è un suicidio. O che inseguire fantasmi è un'allucinazione. Gli stessi vecchi predecessori comunisti di Letta non si sarebbero mai comportati con tanta irresponsabilità. Una domanda su tutte, perché riguarda la nostra democrazia: Letta intende opporsi o vuole scontrarsi? Vuole confrontarsi con gli avversari o combattere un demonio?»