Riccardo Coletti per “la Stampa”
Il grano ucraino, quello stoccato nei territori occupati dai russi, è in viaggio verso i depositi moscoviti. «Diverse centinaia di migliaia di tonnellate sono state sottratte dagli occupati - ha dichiarato Taras Vysotskiy, viceministro ucraino all'Agricoltura -. Lo stanno trasportato con camion sottratti ai nostri connazionali».
Un diritto di saccheggio, «autorizzato direttamente da Putin» - ha aggiunto Vysotskiy, che ricorda guerre ottocentesche. Un saccheggio fatto alla luce del sole usando mezzi pesanti con targa Ucraina su cui è stata disegnata la "Z".
tagliatelle con farina di grano saraceno
L'Ucraina ha censito l'anno scorso 32 milioni di ettari coltivati. Di questi 15 milioni solo a grano tenero e altri 9 a mais. L'Italia tutta, isole comprese, è 30 milioni di ettari.
Da "granaio d'Europa" a "granaio del Mondo" il passo è stato breve. Sono bastati due accordi con la Cina, il più importante nel 2006, per attivare una tratta commerciale via mare Odessa-Shangai. Lo si intuisce facilmente affacciandosi al porto d'Odessa. I silos di stoccaggio di grano e mais sono le strutture più imponenti. Così tanti, così giganteschi, da dover essere dislocati in ogni luogo "libero" della città costiera.
ITALIA - LE IMPORTAZIONI DI GRANO DA RUSSIA E UCRAINA
L'ingresso in questo mercato della Cina, poi, ha dato un ulteriore impulso: il grano proveniente dall'Ucraina copre il 75% del totale importato da Pechino.
Un export che per anni ha finanziato l'intera filiera produttiva. Ad inizio guerra il consiglio dei Ministri di Zelensky aveva optato per il blocco totale delle esportazioni agroalimentari. Un blocco revocato ad inizio aprile dirottando i prodotti dal Mar Nero alle strade ucraine. Per settimane si sono visti mezzi pesanti in viaggio da est verso ovest.
LA GUERRA COLPISCE ANCHE IL GRANO
Direzione Romania. Proprio il paese confinante aveva optato per un passaggio di prodotti agricoli ucraini senza dazi. Un accordo commerciale firmato di fretta e "bombardato" dai Russi. Due missili Kalibr hanno colpito il ponte di Zatoka, ad ovest di Odessa, interrompendo questa tratta commerciale. L'unica via rimasta passa per la Moldavia e costeggia il confini della Transnistria. Ora Kiev sta pensando ad una seconda via, decisamente più lunga e costosa, che tocca Leopoli e punta verso la Polonia.