Fulvia Caprara per “la Stampa”
Sole a picco, ora di pranzo, sciami di turisti divisi tra pizze e granite. Ma se arriva Marco Giallini il mondo si ferma, c'è perfino una signora che, seduta davanti a una cotoletta, gli grida al volo: «La vuole una patatina?». Al Taormina Film Festival per presentare il suo ultimo film La mia ombra è tua di Eugenio Cappuccio, dal romanzo di Edoardo Nesi da oggi in sala, Giallini è la star del giorno, in un crescendo di scherzi, battute, provocazioni, al centro di un culto popolare su cui lui si stesso si interroga: «Non so bene perché sia così, forse me lo merito, credo di avere un approccio diverso verso questo lavoro. Fino a 28 anni avevo solo la terza media, poi però mi sono laureato in Lettere, sono un umanista, più che altro sono un umano, faccio un discorso politico pur non facendolo».
marco giallini io sono tempesta
Viviamo nella dittatura dei social, lei che ne dice?
«Vedo signore della mia generazione che si voltano, si scattano una foto e poi me la mandano con la scritta "questa sono io". Ho solo Instagram, mio figlio mi ha detto che dovevo farmi un profilo perché ce ne sono già di falsi, così ora le persone mi scrivono chiedendomi di legarmi a un "brend", sento parlare di video call, e poi vedo tutti questi influencer, e mi chiedo "ma questi chi influenzano?". E poi perché non si parla in italiano? Non posso dirlo, sennò mi attaccano "ah ma lei è fascista".
Mi chiedo che cosa avrebbe detto oggi di tutto questo Pier Paolo Pasolini. Si parla di tante stupidaggini, ho sentito, a proposito di coppie gay, persone che dicevano "ce ne sono due nel mio palazzo, sono così carini". Ma che vuol dire? Manco fossero cani yorkshire. Vedo i ragazzi con questo chiodo attaccato addosso, anche i più intelligenti, è un fenomeno di voyeurismo portato alla massima esasperazione, per questo ripeto ai miei figli di non pensare solo a follower e influencer. Andare a vedere inutilmente la vita delle persone sui social, ma che senso ha? I social portano a un rincoglionimento generale».
Il film di Cappuccio parla anche di scontro generazionale, lei come vede il problema?
«Per quanto mi riguarda, penso di aver fatto del mio meglio per trasmettere qualcosa di buono alle nuove generazioni, insomma, non ho lasciato solo merda. Il fatto è che oggi lo scontro non c'è, mentre in passato si combatteva, ci si contrapponeva, o ti piaceva Aurelio Fierro o ti piacevano i Led Zeppelin. Adesso siamo tutti sui social e diciamo tutti la stessa cosa».
marco giallini posti in piedi in paradiso
Come ha affrontato la parte dello scrittore protagonista della Mia ombra è tua?
«È un uomo stanco, e innamorato. Sono dimagrito 3 o 4 chili, mi hanno decolorato quattro volte quei sette capelli neri che ho, alla fine sono diventato identico a Billy Idol. Mi sono preparato leggendo la sceneggiatura, ma in genere vado di impatto, non sono uno che prende appunti o che studia.
In ogni personaggio che faccio c'è qualcosa di me, almeno che non mi affidino Paperino».
È mai stato censurato?
«No, o almeno non me ne sono accorto, non vedo e non sento mai niente».
Il suo Rocco Schiavone va in onda su Rai 1, che ne pensa?
«Non saprei perché Rai 1 non la guardo, le cose che trasmettono non mi fanno impazzire, Schiavone è trasgressivo, è piaciuto per quello, i ragazzi lo amano moltissimo, nella storia delle serie italiane è quella più seguita da persone che hanno un titolo di studio superiore alla terza media, non so quanto possa funzionare con il pubblico di Rai 1».
Che cosa cerca, in questa fase della carriera?
«Cerco l'empatia, la bravura e la simpatia del regista e di chi mi offre il ruolo. Mi è capitato tante volte di fare film che non mi appassionavano più di tanto, ma non potevo rifiutare, avrei potuto pentirmene, ma non l'ho fatto, però poi ti restano dei desideri. Mi sarebbe piaciuto fare un film con Polanski».
Sono passati 25 anni da quando ha girato «L'odore della notte». Che ricordo ha di Claudio Caligari?
«Nutrivo un tale amore per lui che non sono mai andato sul set del suo ultimo film Non essere cattivo, non volevo vederlo mentre stava male. Lo conoscevo bene, nei suoi silenzi era una delle persone più belle del mondo, unica, ha cambiato la mia vita».
Nel film di Cappuccio Isabella Ferrari interpreta una donna libera. Eppure le donne sono sempre sotto attacco, basta guardare la decisione sull'aborto appena presa in America. Lei che ne dice?
«Ci mettiamo cinquant' anni per fare un passo avanti e tre secondi per tornare al Medio Evo, è incredibile».
giallini verdone giallini dazzi favino giallini gerini giallini verdone favino marco giallini MARCO GIALLINI IN POSTI IN PIEDI IN PARADISO MARCO GIALLINI SORRENTO ALESSANDRO GASSMANN E MARCO GIALLINI IN BEATA IGNORANZA