“SONO STATO IL PRIMO A SOSTENERE CHE LE TESTIMONIANZE DEI CONIUGI ROMANO ERANO FALSE, MA NON MI HANNO CREDUTO” - AZOUZ MARZOUK, CHE HA SEMPRE SOSTENUTO L'INNOCENZA DI ROSA E OLINDO, E' SODDISFATTO DOPO L’ANNUNCIO DELLA REVISIONE DEL PROCESSO SULLA STRAGE DI ERBA – IL TUNISINO, CHE LA SERA DELL'11 DICEMBRE DEL 2006 PERSE CONTEMPORANEAMENTE IL FIGLIO, LA MOGLIE E LA SUOCERA, ERA FINITO A PROCESSO PER CALUNNIA DOPO AVER CHIESTO DI RIAPRIRE IL CASO E DI FARE ACCERTAMENTI SU...

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Estratto dell’articolo di Valeria di Corrado per "Il Messaggero"

AZOUZ MARZOUK AZOUZ MARZOUK

 

Azouz Marzouk sta con Olindo Romano e Rosa Bazzi. Nell'udienza del primo marzo davanti alla seconda sezione penale della Corte d'appello di Brescia, il tunisino si assocerà alla richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba presentata dal sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser. «Sono soddisfatto, perché sono stato il primo a sostenere questa tesi. Ma non mi hanno creduto e per questo sono anche mandato a giudizio», si è sfogato con il suo legale Luca D'Auria, che lo assiste insieme alla collega Solange Marchignoli.

 

ROSA E OLINDO ROSA E OLINDO

[...] Probabilmente si tratterrà proprio per presenziare all'udienza a Brescia. Azouz, che la sera dell'11 dicembre del 2006 perse contemporaneamente il figlio Youssef di 2 anni, la moglie Raffaella Castagna e la suocera Paola Galli, quattro anni fa infatti aveva sollecitato la Procura generale milanese ad attivare la revisione, sostenendo che la sentenza con cui si era arrivati alla condanna all'ergastolo dei coniugi Romano fosse da annullare in quanto le loro confessioni erano false.

 

AZOUZ MARZOUK AZOUZ MARZOUK

Li aveva in sostanza accusati di autocalunnia, per essersi addossati la responsabilità di quattro omicidi e un tentato omicidio (salvo poi ritrattare). Essendoci però una pronuncia definitiva della Cassazione che li riconosceva autori di quel bagno di sangue, il tunisino è finito a processo per calunnia. Ma il 6 ottobre del 2021 è stato assolto dal Tribunale di Milano: secondo il giudice è più che legittimo che Marzouk coltivi dei dubbi sulla colpevolezza di Olindo e Rosa.

 

LA PROVA DEL NOVE

Già il 15 novembre 2017 il tunisino [...] sollecitava i giudici a svolgere un accertamento sulla tenda insanguinata dell'appartamento della vicina di casa Valeria Cherubini attraverso la tecnica della "Bloodstain pattern analysis" (BPA), [...] Non è mai stato chiarito in dibattimento, infatti, se le macchie trovate sulla tenda di fronte al corpo della Cherubini fossero il frutto di schizzi dell'accoltellamento o dello strofinamento della vittima sulla stoffa.

 

strage di erba strage di erba

«Una risposta realmente scientifica a questa questione risulta ancora più rilevante - si legge nella memoria che era stata presentata dai legali di Azouz Marzouk - se si considera che il medico legale incaricato dei primi rilievi dalla Procura di Como aveva sostenuto che la donna era stata attinta dai colpi di coltello proprio in quel luogo dove il corpo è stato rinvenuto (e dunque gli schizzi sarebbero la proiezione del sangue scaturito dall'accoltellamento). La soluzione del dubbio è dirimente al fine di valutare la veridicità delle confessioni degli allora imputati, considerato che in esse è riferito invece che la signora venne accoltellata sul pianerottolo al piano inferiore della casa».

 

STRAGE DI ERBA STRAGE DI ERBA

 In sostanza, se Olindo e Rosa avessero mentito sul luogo in cui è stata ferita a morte Valeria Cherubini, potrebbero aver mentito anche su tutto il resto. [...] Eppure, «la tecnica della Bpa è stata utilizzata per risolvere il caso di Cogne - precisa l'avvocato D'Auria - e ha consentito di accertare "al 100%" che l'assassino del piccolo Samuele indossava un determinato capo di abbigliamento, giungendo alla condanna della Franzoni».

 

Peccato però che pur volendo rimediare oggi, non si può: la tenda di casa Frigerio-Cherubini, infatti, è stata portata a incenerire il 12 luglio 2018, insieme ad altri reperti della scena del delitto, dal cancellerie dell'Ufficio corpi di reato del Tribunale di Como; nonostante un'ordinanza lo vietasse. Per il giudice che ha archiviato l'indagine - in mancanza della prova del dolo - si è trattato di «una distruzione illegittima».

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