GIUSEPPE LEGATO per la Stampa
L' esecuzione della pena per i due manager tedeschi Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati per il rogo della Thyssenkrupp in cui persero la vita sette operai nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2007, «è imminente: questione di giorni, al massimo due settimane».
Lo ha annunciato ieri mattina il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo a seguito delle comunicazioni intercorse con Eurojust, organismo dell' Unione europea che funge da unità di collegamento tra autorità giudiziarie internazionali di cui lo stesso Saluzzo ha richieste l' intervento.
Dopo i manager italiani (Cosimo Cafueri, Marci Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri) che hanno già scontato in tutto o in parte la pena inflitta dai giudici, tocca adesso ai due vertici Thyssen tedeschi andare in carcere a quasi 13 anni di distanza da una tragedia che ha segnato la storia italiana e del mondo del lavoro. Sconteranno cinque anni, il massimo edittale per il reato - omicidio e incendio colposo - previsto dal codice di procedura tedesco. In Italia Espenhahn e Priegnitz erano stati condannati rispettivamente a 9 anni e 8 mesi e a 6 anni e 3 mesi.
La Cassazione aveva emesso pronuncia definitiva a maggio 2013 dopo due Appelli necessari per rideterminare l' entità delle pene. E lo faranno in carcere. Sarebbero impossibili eventuali differimenti, almeno per ora, in assenza di gravi situazioni di salute che rendano incompatibile la detenzione carceraria: «Non risulta dai documenti in nostro possesso che alcuno di due manager abbia avanzato richieste di questo tipo o rappresentato evenienze legate a problemi di salute tali da rilevare sul beneficio» ha spiegato il pg.
Anche un' eventuale richiesta di differimento pena ai domiciliari non potrà scattare prima che i condannati abbiano già scontato almeno 2/3 della pena irrogata. Per la libertà vigilata è necessario che la pena sia stata scontata per oltre metà del tempo stabilito dai giudici. «Anche la grazia - ha aggiunto Saluzzo - è un istituto particolarmente circoscritto, che tradotto significa che vi si ricorre molto poco». Messaggio chiaro.
Oltre a trasmettere tutta una serie di documenti, sentenze e pronunce in originale emanati dall' autorità giudiziaria tedesca in questi anni, Eurojust ha comunicato alla procura generale che il ritardo nell' avvio formale dell' esecuzione pena per i due manager è stato dettato dalle limitazioni imposte dall' emergenza Covid-19.
Ed effettivamente molti erano gli interrogativi - e le polemiche - sorti dopo la sentenza con cui il tribunale di Hamm aveva riconosciuto - il 20 gennaio 2020 - la legittimità della pronuncia italiana rigettando le impugnazioni dei condannati. Da allora più nulla si era saputo su un' eventuale custodia in carcere per entrambi, che adesso appare prossima: ulteriori ricorsi sono oramai impossibili perché non previsti dalla giustizia tedesca.